Sparkasse replica alla mossa di CiviBank di ricorrere alla Corte Ue: «Un inutile tentativo di ribaltare il risultato che l’Opa ha invece già raggiunto»
La risposta del presidente di Sparkasse e dell’ad Nicola Calabrò. «Sorpresi dall’iniziativa del Cda. Noi abbiamo ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie. Ricorso privo di fondamento»
UDINE. Un’azione «temeraria» di cui anche tempismo viene valutato, ovvero la decisione del Cda di CiviBank di imboccare la via del ricorso al Tribunale Ue il giorno successivo in cui Sparkasse ha ufficializzato di aver raggiunto l’obiettivo dell’Opa, ovvero il 45% del capitale sociale della Spa. Nel merito i vertici di CariBolzano, il presidente Gerhard Brandstätter e l’amministratore delegato Nicola Calabrò, ritengono che l’azione legale «priva di fondamento», perché basata su temi già ampiamente dibattuti e superati. E assistono «sorpresi, ma sereni» a questa iniziativa.
Presidente Brandstätter, CiviBank opta per la via giudiziaria in opposizione all’Opa lanciata da Sparkasse. Che ne pensa?
«Abbiamo appreso con sorpresa delle iniziative giudiziarie intraprese dal Cda con l'evidente intento di ostacolare il regolare svolgimento e l’adesione all’Opa di Sparkasse. E c’è anche una certa amarezza».
Perché amarezza?
«Perché io credo che, alla luce dei dati, si dovrebbe lavorare per la banca, per gli azionisti, per il territorio e non rincorrere con azioni temerarie un risultato che sul campo si è perso».
Bisognerebbe prendere atto dei risultati già raggiunti, quindi.
«Esattamente. L’Opa ha raggiunto l’obiettivo che si era prefissa, superando il 45%, e mantiene un trend crescente. C’è stata quindi una valutazione errata dell’attuale Cda di CiviBank, che probabilmente pensava ad un esito diverso, e che ora ipotizza di rincorrere un risultato perso nell’urna con un’azione temeraria che sicuramente non è negli interessi della banca, degli azionisti, dei clienti del territorio».
Nessuna preoccupazione?
«No, siamo assolutamente sereni e tranquilli. Abbiamo ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie»
Una posizione condivisa dall’ad Nicola Calabrò che rimarca «siamo sereni, dispiaciuti per questa attività che genera confusione, che è puro ostruzionismo e che, guarda caso, arriva il giorno dopo a quello in cui è stato raggiunto il risultato che rende quella di Sparkasse un’operazione di successo. Ed è un’azione che è di puro disturbo. L’Opa va avanti con un trend crescente e assistiamo serenamente, anche se sorpresi, a questa iniziativa che riteniamo non abbia fondamento».
Il presupposto su cui si basa il ricorso, ovvero il fatto che la Fondazione Sparkasse sia stata autorizzata a detenere una partecipazione rilevante nella banca, ma non a fare nuovi acquisti, sembrerebbe non essere peregrino.
«A nostro avviso invece lo è - risponde Brandstätter -. E’ la Cassa di risparmio spa che va in aggregazione, non la Fondazione».
Ovvero?
«E’ la Cassa di risparmio che ha filiali fuori regione, ha una rete che va dalla Lombardia all’Emilia, dal Veneto al Fvg, non la Fondazione. E’ la banca che opera ed è sempre la banca che definisce le proprie strategie commerciali e operative. E comunque questa materia è già ampiamente conosciuta e chiarita».
Ma la normativa non prevede il divieto per la Fondazione di assumere partecipazioni rilevanti in altre banche?
«E la Fondazione non assume nessuna nuova partecipazione. Ripeto: l’argomento è già stato ampiamente dibattuto e chiarito, e quindi è un “non tema”».
C’è anche il ricorso al Tar con richiesta di sospensiva.
«Non ci sono i presupposti».
Ne consegue?
«Che l’Opa continuerà ad andare avanti con successo».
L’assemblea del 29 come andrà?
«Non lo sappiamo, ma non abbiamo fretta. Andare in prima o in seconda convocazione non ha importanza».
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