Tutte le sfide aperte per la Delfin di mister "Big Lens" Del Vecchio

Il grande impero finanziario e industriale governato dalla Delfin di Leonardo Del Vecchio è al vertice del suo fulgore, con tante partite aperte.
C’è quella industriale, con la sfida del secolo negli smart glasses grazie all’accordo con Facebook. Inoltre, è in corso un cambio di paradigma del settore occhialeria non banale, con una pandemia che sta mettendo sotto pressione tutte le reti fisiche di vendita. Il Covid è anche la spina che è andata a infilarsi sotto il piede del gigante EssiLux nella sua marcia verso l’acquisizione di GrandVision.
Con tanto di coté giudiziario, in quanto il retailer olandese non ha voluto fornire le indicazioni sul suo stato di salute post pandemia: cosa che avrebbe un chiaro effetto sulla valutazione dell’operazione: 7 miliardi di euro circa. Il dossier sul retailer di ottica olandese resta interessante, ma Big Lens vuole vederci chiaro, è il caso di dirlo.
Le ragioni dell'operazione ha spiegato Del Vecchio in persona in una recente intervista «rimangono immutate. Se le autorità daranno il via libera all'operazione, rimarrà solo da capire se gli ultimi mesi di gestione gravata dal Covid hanno avuto ripercussioni sui valori in campo».
Il gruppo ha già dichiarato che intende presentare appello contro la decisione del tribunale di Rotterdam che ha respinto la richiesta di EssilorLuxottica di ottenere l'accesso alle informazioni su come HAL ha gestito i suoi affari durante la crisi del Covid-19. E in particolare sulla salute dei suoi negozi. Le azioni legali, compreso l'appello, non incideranno comunque sul decorso delle procedure antitrust per la procedura di acquisizione di Grand Vision, ancora aperte presso le autorità competenti.
Intanto nel 2021, a maggio per la precisione, la presa su EssiLux, il «coronamento del lavoro di una vita» come ama ripetere il cavalier Del Vecchio, sarà completa. Addio alla governance paritetica con i francesi, il pacchetto azionario di Delfin peserà per quel che vale, ovvero il 32% di EssilorLuxottica, a comandare sarà la holding dell’italiano più prolifico in quanto ad acquisizioni in terra francese.
La lista per il rinnovo del Cda che arriverà in assemblea, da quel che risulta, dovrebbe essere comunque una lista condivisa con i francesi, con un ruolo alla rappresentanza dei lavoratori, anche se si tratterà di una lista targata Delfin.
Gli analisti di Hsbc in un report uscito a fine settembre sottolineavano il valore positivo della fine dell’interregno a governance 50% italiana e 50% francese. Per gli analisti della banca nel momento in cui Del Vecchio avrà le mani libere per fare pesare tutta la sua quota di ampia maggioranza, ciò potrebbe portare una governance migliore e una organizzazione più snella.
Aperto è anche il fronte finanziario con l’ascesa in Mediobanca, dopo l’ok della Bce a salire fino al 20%. Il 28 di ottobre ci sarà l’assemblea per il rinnovo del Consiglio di amministrazione di Piazzetta Cuccia. Non è noto, al momento, con quale quota Delfin si presenterà all’assise dei soci, l’ultima conosciuta ammontava al 10,12%.
Del Vecchio ha sempre detto che questa non sarà l’assemblea determinante, per quanto riguarda il rinnovo del board non si sa se la sua holding alla fine voterà per la lista di Assogestioni in alternativa a quella del consiglio guidato da Alberto Nagel.
Delfin è il principale socio di Piazzetta Cuccia e il cavalier Del Vecchio ha già detto, in una intervista uscita a inizio ottobre su Il Messaggero, che «è decisa a rimanere tale per lungo tempo, pronta a supportare la crescita dell'istituto e a sostenere progetti che spero saranno ambiziosi». Nella convinzione, anche quella mai celata dall’imprenditore, che «pezzi strategici come Mediobanca e Generali debbano essere dotati di un azionariato stabile e attento alle esigenze del Paese».
Del Vecchio ha in animo un disegno grandioso. La principale partecipazione di Piazzetta Cuccia è il Leone di Trieste: «Una società a cui sono molto legato (detiene quasi il 5% del capitale ed è un azionista di lunghissimo corso ndr) – ha affermato in quella intervista di due settimane fa - e mi piacerebbe tornasse ad essere più centrale nello scacchiere mondiale».
elfin non è un fondo attivista, e quanto alla salita nel capitale e alla governance di Mediobanca ha spiegato che verranno valutati «i profili dei diversi candidati e prenderemo la decisione migliore nell'interesse della banca possiamo salire fino al 19,9% e lo faremo nel momento opportuno, attenti che rimanga un buon investimento per noi e per l'istituto».
Infine, c’è il fronte immobiliare. Covivio (circa 25 miliardi di euro di patrimonio gestito e 8 miliardi in progetti in fase di sviluppo, è una delle principali società immobiliari in Europa) ha lanciato un nuovo format di uffici plug and play (la piattaforma Wellio) per rispondere alle ridotte richieste del lavoro “in presenza”. Inoltre ha perfezionato, attraverso la sua controllata Covivio Hotels, l'acquisizione, per 573 milioni di euro, dalla società di investimento Värde Partners di un portafoglio di 8 hotel sotto il marchio The Dedica Anthology.
E ora, dopo l’acquisizione degli ex hotel Boscolo, la sfida si chiama ex Scalo di Porta Romana a Milano. Entro il 30 di ottobre andranno presentate le proposte vincolanti, l’aggiudicazione sarà a novembre. È un’area con promesse di sviluppo importanti, visto che in quell’area sorgerà il Villaggio Olimpico per i Giochi Milano-Cortina del 2026.
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