Ulisse Biomed punta ad accordi distributivi per i test molecolari

L’obiettivo della società biotech è stringere nuovi accordi di distribuzione o licenza dei propri test molecolari per aumentare la capacità distributiva, facendo leva sul know-how interno e la capacità di sviluppare in tempi rapidi test molecolari con performance elevate
Franco Vergnano

TRIESTE. Il percorso è quello classico della Silicon Valley. Un paio di giovani ricercatori trentenni con tanto di Phd alla Normale di Pisa decidono di sbarcare a Trieste nell’Area science park. E così Ulisse Biomed, start up del biotech fondata da Bruna Marini con Rudy Ippodrino, ha navigato bene nei mari scientifici e finanziari fino a sbarcare all’Aim, il circuito di Borsa delle Pmi.

Con un debutto stellare: «L’Ipo - ricorda il Ceo Matteo Petti - è stata fatta a 2 euro e il primo giorno c’è stato un balzo del 60%. Il titolo è poi arrivato a 6 euro, cioè un più 300%, per poi tornare sui prezzi del classamento, anche in seguito alle operazioni retail». In effetti questa volatilità può succedere per titoli che hanno uno scarso flottante.

La storia di questa azienda rappresenta bene la stretta connessione tra scienza e industria a Trieste. Ulisse Biomed, nata nel 2015, ha debuttato in Borsa nell’agosto 2021 dopo un accordo di licenza con la Menarini sui test molecolari per il Covid.

Nella diagnostica molecolare la società si è concentrata sullo sviluppo di nuovi test, in particolare su quelli per il papilloma virus umano (Hpv). Il marker per Hpv è stato il primo prodotto dalla società ed oggi, «per ritagliarci un posizionamento distintivo nel mercato - spiega Matteo Petti - abbiamo sviluppato la più ampia gamma di test per la determinazione e “genotipizzazione” del papillomavirus umano basata su tecnologia Pcr. Il test individua 14 varianti di Hpv ad alto rischio ed è stato inoltre validato per lo screening del tumore all’utero».

L’obiettivo della società biotech è stringere nuovi accordi di distribuzione o licenza dei propri test molecolari per aumentare la capacità distributiva, facendo leva sul know-how interno e la capacità di sviluppare in tempi rapidi test molecolari con performance elevate.

Parallelamente, spiega Petti, si è proseguito nello sviluppo della seconda piattaforma tecnologica, NanoHybrid, per la realizzazione di test finalizzati alla misurazione quantitativa di farmaci biologici a supporto della medicina personalizzata e della teranostica (diagnostica funzionale alla terapeutica). Infatti, per la corretta somministrazione e dosaggio di questi farmaci salvavita è necessario disporre soluzioni di monitoraggio quantitative che permettano di personalizzare la terapia per renderla più efficace.

La soluzione? L’idea di Ulisse Biomed è quella di superare i limiti dei prodotti oggi disponibili per fornire risultati in tempi rapidi, anche su un singolo campione. La società biotech triestina sta negoziando con un partner industriale già operante nel settore un accordo finalizzato alla validazione della tecnologia per arrivare a un’intesa nella distribuzione dei prodotti.—

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