Una cordata per comprare Mps, Banca Finint sonda gli investitori

Il Tesoro deve dismettere la propria quota, Enrico Marchi cerca di formare un nocciolo duro

Roberta Paolini
epa05602059 (FILE) A file picture dated 23 March 2016 shows Banca Monte dei Paschi di Siena (BMPS or MPS) headquarters in Piazza Salimbeni, in Siena, Italy. MPS said in a statement on 25 October 2016, it would cut around 2,600 jobs and shut 500 branches as part of its reforming plans between the years 2016 to 2019. MPS board has called for an extraordinary shareholders' meeting on 24 November to approve a capital increase of 5 billion euro aimed to save the troubled Italian commercial bank. EPA/MATTIA SEDDA
epa05602059 (FILE) A file picture dated 23 March 2016 shows Banca Monte dei Paschi di Siena (BMPS or MPS) headquarters in Piazza Salimbeni, in Siena, Italy. MPS said in a statement on 25 October 2016, it would cut around 2,600 jobs and shut 500 branches as part of its reforming plans between the years 2016 to 2019. MPS board has called for an extraordinary shareholders' meeting on 24 November to approve a capital increase of 5 billion euro aimed to save the troubled Italian commercial bank. EPA/MATTIA SEDDA

La fase è ancora iniziale. Ma l’ipotesi di una cordata per costruire un nucleo solido di imprenditori italiani, capace di garantire stabilità e continuità al futuro di Monte dei Paschi di Siena (Mps), sarebbe un progetto reale. Con quali esiti è presto per dirlo.

A guidarla, come scritto ieri su La Stampa, sarebbe Enrico Marchi, numero uno di Banca Finint e di Save Aeroporti (oltre che presidente del Gruppo Nord Est Multimedia, editore di questo giornale). Il gruppo bancario con base a Conegliano non è nuovo ad operazioni di questo tipo. Anzi è proprio il suo mestiere. Già in passato aveva costruito schemi per intervenire in salvataggi industriali, vedi Ceramica Dolomite, ma anche in operazione di sistema come Grandi Stazioni o Gemina. Nel caso della banca senese agirebbe come catalizzatore, componendo cioè la platea di potenziali investitori con l’idea di formare un gruppo di istituzionali pronti a rilevare una quota significativa dell’istituto senese, con l’obiettivo di dare vita a una newco stabile e a lungo termine.

Secondo quanto trapela, il ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) starebbe accelerando il processo per questa operazione, pur mantenendo un profilo basso fino alle elezioni regionali di novembre, quando si voterà per i nuovi governatori di tre regioni. Ma il tempo sarebbe quello giusto, in quanto il Tesoro, detentore del 26% circa del capitale di Rocca Salimbeni, deve liberarsi gradualmente della partecipazione, rispettando gli accordi con l’Ue, ma mantenendo una presenza italiana stabile nel capitale della banca.

Marchi, riferisce La Stampa, starebbe cercando di replicare uno schema simile a quello adottato da F2i-Rete Digitale, il veicolo che quest’anno ha raccolto un miliardo di euro per investire in Netco, lo spin-off della rete Tim, affiancando Kkr e il Mef. Proprio come allora, l’idea è coinvolgere casse previdenziali e fondazioni bancarie per costruire un progetto solido e di lungo termine. Ma sarebbero stati sondati anche importanti imprenditori italiani.

Tra i primi interlocutori di Marchi ci sarebbe Enpam, la cassa dei medici e dei dentisti, già presente in Banco Bpm con una partecipazione dell’1,99%. Il presidente dell’ente previdenziale, Alberto Oliveti, ha però dichiarato all’Ansa che «non c’è nulla in corso» e che Enpam non intende incrementare la propria quota in Mps. Marchi avrebbe inoltre sondato Gianluigi Aponte, numero uno di Msc, recentemente protagonista dell’acquisizione del quotidiano Il Secolo XIX. Sebbene Aponte non abbia chiuso le porte, avrebbe richiesto ulteriori valutazioni, soprattutto in termini di esposizione strategica sul mercato italiano. Tutte queste sono mere ipotesi circolate sulle quali al momento non è giunta alcuna conferma.

L’obiettivo è raccogliere una somma compresa tra i 500 e i 750 milioni di euro, cifra che, ai valori attuali, rappresenterebbe una partecipazione tra il 7,5% e l’11,5% di Mps, tenendo conto che la banca ha un valore in Piazza Affari attorno ai 6,7 miliardi. Parallelamente, un altro tassello della partita su Mps potrebbe essere Unipol. Anche se Carlo Cimbri ha già chiarito nelle scorse settimane il suo pensiero sul dossier Mps.

In Borsa, il titolo di Mps ieri ha reagito positivamente all’ipotesi di una cordata italiana, mettendo a segno un +3% e chiudendo a 5,34 euro.

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