UniCredit lancia la fusione con Bpm: «Un colosso da 12 miliardi di utili»
Depositato il documento che è stato messo a disposizione dei soci in vista dell’assemblea del prossimo 27 marzo. Ma il vicepremier Salvini rilancia sull’utilizzo del Golden Power: «Se ne occuperanno Giorgetti e i ministri competenti»

Il nuovo polo che nascerebbe dall’unione di UniCredit e Banco Bpm, inclusa anche Anima, partirà da un utile netto di quasi 12 miliardi di euro. È quanto emerge dalle tabelle pro-forma contenute nel documento messo a disposizione dei soci e pubblicato sul sito della banca di Piazza Gae Aulenti in vista l’assemblea del prossimo 27 marzo.
Nell’ipotesi che con l’Ops UniCredit acquisti la totalità del Banco e quest’ultima a sua volta con l’Opa rilevi l’intera Anima, l’utile netto pro-forma della nuova entità, sulla base dei dati del 2024, risulta pari a quasi 12 miliardi, dei quali 9,7 di UniCredit e 1,9 miliardi da Bpm.
Il calcolo dei numeri pro-forma è stato fatto come se le due operazioni fossero virtualmente andate in porto alla fine dello scorso anno e senza considerare le sinergie attese dall’eventuale acquisizione da parte di UniCredit di Bpm – stimate in 1,2 miliardi, oppure solo l’85% ossia un miliardo senza la fusione – né i costi. Non sono invece state considerate le cessioni di filiali o rami d’azienda che potrebbero essere richieste dall’antitrust.
Se da una parte ci sono i numeri, dall’altra c’è la politica, che sta seguendo con grande attenzione le mosse dell’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, all’opera su diversi fronti: dalla Germania con Commerzbank all’Italia su Generali. E ieri è tornato a parlare anche Matteo Salvini, segretario della Lega e vicepremier, che non ha mai nascosto la sua ostilità nei confronti della mossa di UniCredit sul Banco.
«Se ne occuperanno il ministro Giorgetti e i ministri competenti», ha detto il ministro delle Infrastrutture ieri a chi gli chiedeva quale esito auspicasse per la procedura sul Golden power relativa all’Ops. Lo scorso 3 marzo, infatti, si è tenuta a Palazzo Chigi la prima riunione del gruppo di coordinamento sull’operazione, una riunione tecnica che è servita per dare avvio alla procedura. E non è escluso che gli stessi Orcel e Giuseppe Castagna, amministratore delegato del Banco, vengano ascoltati.
Ma tornando ai numeri contenuti nelle tabelle pro-forma del documento messo a disposizione dei soci emerge che, qualora a conclusione dell’offerta di scambio UniCredit ottenesse il “minimo sindacale” rappresentato dal 50% più un’azione della banca guidata da Castagna, sarebbe «più elevato» il rischio che «eventi al di fuori del controllo dell’emittente possano ostacolare la fusione», dovendo inoltre affrontare l’eventualità di comportamenti «ostruzionistici» da parte di «alcuni azionisti Bpm ostili all’offerta». Le maggiori difficoltà di traghettare la fusione in caso di possesso del 50% del capitale sono infatti legate alla «minore incidenza della propria quota di voto e della conseguente difficoltà nel garantire che le proposte relative alla fusione (e alla futura gestione del gruppo UniCredit) raggiungano i quorum necessari per l’approvazione» .
Viene anche sottolineato che l’Ops «permetterà di realizzare appieno il potenziale del gruppo Banco Bpm e del gruppo UniCredit in Italia e nell’Unione europea, rafforzando un solido operatore paneuropeo che avrà le dimensioni e le risorse idonee a supportare in maniera ancora più efficace l’economia italiana ed europea e a creare valore sostenibile a vantaggio di tutti gli stakeholder» . La creazione di una banca paneuropea «più forte e resiliente». viene spiegato, «ridurrà la frammentazione del settore bancario europeo, facilitando così la realizzazione di un’Unione bancaria e ponendo il nuovo gruppo in una posizione migliore per finanziare l’economia, in linea con le raccomandazioni del rapporto Draghi».
Intanto ieri UniCredit ha annunciato l’acquisizione dell’intero capitale sociale di Aion Bank e Vodeno per 376 milioni di euro. La chiusura di questa operazione - annunciata il 24 luglio 2024 - «è perfettamente in linea con la nuova fase di accelerazione della strategia UniCredit Unlocked, che consente a UniCredit di imprimere maggiore velocità alla propria crescita organica entrando in nuovi mercati, business e segmenti di clientela».
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