Friuli Innovazione: formati 2.100 imprenditori, create 60 imprese e più di 230 posti di lavoro. Ma non basta!

Il presidente Scarpa: Serve una vera politica che coniughi startup e Pmi per accelerare innovazione e competitività delle imprese. Noi lo sappiamo fare ma se dobbiamo continuare a procurarci in autonomia le risorse, non saremo mai in grado di incidere né sull’economia né sul reale sviluppo del territorio.

UDINE - Soplaya, il primo mercato digitale in cui gli chef comprano direttamente dai produttori locali; Vires, con i suoi robot rasaerba elettrici innovativi; Foxwin, la piattaforma web che trasforma le idee dei lavoratori in progetti di innovazione; Sunreport, con il software che monitora gli impianti fotovoltaici.
 

Queste sono solo alcune delle startup che hanno scelto di affidare il proprio percorso di crescita all’incubatore certificato di impresa Friuli Innovazione, che dal 2005 (anno della sua fondazione) ad oggi ha svolto un ruolo fondamentale nell’affermazione di nuove realtà imprenditoriali sul territorio.

I numeri parlano chiaro: quasi 800 idee di impresa registrate, più di 250 business plan supportati, 2.100 aspiranti imprenditori formati, 3.000 ore di consulenza erogate, 21 brevetti depositati, oltre 60 imprese e più di 230 posti di lavoro creati.
 

Il tutto è reso possibile sia dalle consulenze e dal supporto gratuito offerto da Ordini professionali, professionisti e associazioni (come i business angels di Unicorn trainers Club), sia dai fondi erogati dai progetti nazionali ed europei ai quali Friuli Innovazione partecipa.

“Friuli Innovazione concretizza un progetto di autosostenibilità e di autonomia nel reperimento delle risorse necessarie per erogare al territorio il maggior numero possibile di servizi – dichiara il presidente Germano Scarpa -. Attività quali il supporto alle idee di business e alle startup, l’educazione all’imprenditorialità e il networking internazionale, sono offerte al territorio che ne beneficia gratuitamente, perché Friuli Innovazione è capace di procurarsi le risorse partecipando a bandi competitivi. Non è possibile continuare in questo modo se vogliamo incidere sul territorio – continua Scarpa -. Serve una visione comune, a cominciare dai Soci di Friuli Innovazione e una regia della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: una vera politica che coniughi startup e PMI per accelerare innovazione e competitività delle imprese. Noi lo sappiamo fare ma se dobbiamo continuare a procurarci in autonomia le risorse per metter a terra questi progetti non saremo mai in grado di incidere né sull’economia né sul reale sviluppo del nostro territorio”.



E’ dedicato alle startup, ad esempio, EEsAA – Entrepreneurial Ecosystem Alpe Adria, progetto da oltre 1 milione 200 mila Euro realizzato nell’ambito del Programma Interreg Italia-Austria 2014-2020.

L’ecosistema imprenditoriale EEsAA è finalizzato a collegare hub imprenditoriali e start-up locali in un cluster transfrontaliero, dove parchi tecnologici, università, incubatori e co-working giocano un ruolo centrale nella promozione congiunta dell’ecosistema imprenditoriale Alpe Adria.

Il progetto Interreg Italia-Slovenia CAB - Acceleratore di imprese transfrontaliero italo-sloveno (1,3 milioni di Euro il valore complessivo) promosso da Friuli Innovazione insieme all’acceleratore d’impresa sloveno ABC, lavora invece per definire un programma di accelerazione che renda le imprese più competitive sui mercati internazionali. L’elemento distintivo e originale è l’approccio transfrontaliero, usato per sviluppare strumenti di business da offrire a startup e PMI innovative per sfruttare le peculiarità dei due mercati: la Slovenia come mercato test e l’Italia come mercato scale up.

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