Fusione Banco-Bpm, Saviotti: "Ci possiamo arrivare"

Avanza la trattativa tra le due popolari ma i tempi non sono ancora maturi. Due le proposte arrivate sul tavolo della Bpm. La palla è nelle mani di Piazza Meda. Ubi e Veneto Banca per ora paiono piste improbabili

"Non ci siamo ancora, ma sono convinto che ci si possa arrivare". Ha detto così alla Reuters l'ad del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti accreditando lo scenario che sembra essersi composto negli ultimi giorni tra le popolari in cerca d’integrazione.

Fonti confermano che tra il Banco Popolare e Bpm le trattative proseguono, e finalmente all'orizzonte sembra vedersi il traguardo. "Siamo avanti, ma ci vuole tempo", ha detto il ceo del Banco Popolare. A questo punto va da sè che le nozze con Ubi diventano improbabili. Nessun accenno infine al matrimonio a tre, ipotizzato all'inizio con Veneto Banca. Anche questa, dunque, per ora sembra una pista improbabile.


La decisione, si dice, è  di Piazza Meda. Che in settimana ha registrato il recente rialzo delle proposte, per ora informali, targate Banco Popolare e Ubi. Ora c’è da scegliere, e da condividere la scelta con tutta la banca, anche in vista degli appuntamenti assembleari che l’aspettano.


Le due proposte arrivate sul tavolo della Bpm (seguita dagli advisor Lazard e Citi), prevedono - spiega il Sole 24Ore - la sopravvivenza della banca dopo la fusione, pur in un orizzonte temporale definito: per 3-6 anni nello schema offerto dal Banco Popolare, assistito da Mediobanca e Bofa-Merrill Lynch, dove si prevede la nascita di un gruppo con sede operativa a Verona, una sede legale a Milano e un consiglio composto da 9 consiglieri veronesi, 7 di espressione milanese e tre indipendenti. A Carlo Fratta Pasini andrebbe la presidenza del Cda, a Pier Francesco Saviotti la guida del Comitato esecutivo mentre al numero uno di Bpm, Giuseppe Castagna, toccherebbe la guida da Ceo della nuova banca; per Piero Giarda si profilerebbe la presidenza della controllata Bpm.

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