Fusione Bpm-Banco, i sindacati si schierano per il sì
VERONA - «Sindacati del credito uniti, senza senza se e senza ma, a sostegno delle ragioni del sì».
È la sintesi proposta da Agostino Megale, segretario generale Fisac Cisl, per la conferenza stampa che si è svolta oggi a Milano in vista dell’assemblea di sabato di Bpm, nella quale ai soci verrà chiesto di votare la fusione col Banco Popolare.
Oltre a Megale, a incontrare la stampa sono stati i segretari generali Lando Sileoni (Fabi), Giulio Romani (First Cisl), Massimo Masi (Uilca), Emilio Contrasto (Unisin) e Pietro Pisani (Sinfub).
Unanime la valutazione positiva, per quanto riguarda il matrimonio tra i due istituti: Megale ha parlato di «operazione di politica industriale vera», mentre Sileoni ha sottolineato come la nascita di quello che sarà il terzo gruppo bancario italiano garantirà «stabilità ai lavoratori e alla clientela della banca, oltre che al settore».
Un tema ripreso anche da Masi, secondo il quale «i lavoratori non voteranno solo per Bpm, ma hanno la responsabilità di votare per il sistema bancario italiano».
Per contro, lo stesso Sileoni ha definito «irresponsabile» la posizione delle due associazioni dei pensionati (Lisippo e Patto per la Bpm) che rappresentano il fronte del «no», la cui vittoria «porterebbe panico e instabilità».
D’altra parte, ha concluso ancora Sileoni, «le associazioni bancarie passano, il sindacato resta. I lavoratori lo sanno bene».
Passando ai numeri, secondo le sigle sindacali il 90% dei dipendenti (oltre settemila), ha ritirato il tagliando per partecipare in assemblea.
Gli 11 mila biglietti che risultavano già staccati ieri - cifra destinata a salire, visto che oggi le iscrizioni sono ancora aperte -, secondo i segretari generali indicano però che anche parecchi soci esterni hanno intenzione di partecipare al voto.
Più che sul conto delle teste, l’attenzione è parsa comunque rivolta allo svolgimento dell’assemblea in sé.
«Ci sarà qualcuno che, nel solco della lunga tradizione Bpm cercherà di interpretare il cavillo», ha messo in guardia Sileoni, auspicando «la presenza della Banca d’Italia e di Consob per vigilare su probabili iniziative più o meno particolari» e anticipando che «se ci saranno forzature, non esiteremo a coinvolgere la magistratura».
In questo senso, ha sottolineato ancora il segretario generale Fabi, «il presidente Nicola Rossi dovrà comportarsi in maniera super partes, senza inventarsi niente».
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