Fvg: cresce la domanda di credito

Presentato a Trieste lo studio Fondazione Nordest sul rapporto banche-imprese. Per gli istituti di credito è tempo di "includere nel rating anche la qualità del capitale umano". La risalita è iniziata

TRIESTE. "Per il 2015, quasi la metà (49%) dei rappresentanti di alcune banche del Friuli Venezia Giulia prevede performance in crescita per le aziende del territorio attive nel settore industriale». Così il report commissionato da Unioncamere del Fvg a Fondazione Nord Est presentato il 18 novembre alla presenza del presidente della camera di commercio di Trieste, Antonio Paoletti e del presidente di Unioncamere Fvg e CCIAA Pordenone, Giovanni Pavan.


Stefano Micelli, direttore scientifico della Fondazione Nord Est, ha sottolineato come da alcuni mesi si «assista ad un miglioramento delle condizioni di accesso al credito per le imprese. La ricerca sulla realtà del Friuli Venezia Giulia - ha aggiunto - evidenzia che anche in questo territorio vi sono elementi di ottimismo per il futuro, pur in presenza di alcune problematiche che interessano nel complesso il Nord Est e l'Italia. Uno degli aspetti più incoraggianti è l'aumento dei crediti per gli investimenti, segno di fiducia e dialogo tra banche e imprese per quei processi di cambiamento indispensabili a rendere il Nord Est più competitivo a livello internazionale".


Silvia Oliva, segretario alla ricerca della Fondazione Nord Est ha sottolineato "come la diminuzione dei fallimenti non coincida con quella della criticità generale, individuando nel 54% degli intervistati coloro che pensano che le imprese saranno ancora in sofferenza. La dinamica entro cui si muove il sistema imprenditoriale friulano - ha detto ancora - è proprio questa: è finita la fase più acuta della crisi ma sono necessarie nuove azioni per conquistare ulteriore competitività".

Le imprese ritenute maggiormente in difficoltà sono quelle con un fatturato compreso tra i 2 e i 10 milioni di euro mentre per quelle sopra i 50 solo il 15% degli interpellati ritiene esse possano presentare effettive criticità.


Quanto ai numeri: il 43% dei rappresentanti delle banche segnala un incremento (nel semestre precedente a quello della rilevazione) delle richieste di prestiti da parte delle piccole e medie imprese, oltre che per le grandi imprese (56%). Non solo prestiti a medio termine (indicati in incremento dal 31% dei rispondenti), ma soprattutto a lungo termine (per il 77%€).


Più in generale, la richiesta di credito è prevista in prevalenza stabile considerando il semestre successivo a quello della rilevazione, ma una quota rilevante dei rispondenti lo vede in crescita: il 37% per le piccole e medie imprese e il 38% per le grandi imprese. Il 37% degli intervistati, inoltre, prevede una crescita per i prestiti a lungo termine. Un quarto dei rispondenti, inoltre, segnala nell'ultimo anno un allentamento dei criteri di concessione dei crediti per quel che riguarda i prestiti a lungo termine, anche se la grande maggioranza di loro (71%) reputa che i criteri siano rimasti stabili a livello complessivo.


Certamente, i referenti bancari ritengono che in futuro i rating delle imprese dovranno includere anche degli elementi legati alla qualità  del capitale umano (75% dei rispondenti) e riguardare anche la filiera (82% per le stesse modalità), oltre che la singola impresa.
Porta aperta, infine, ai minibond: il 75% dei rispondenti si dice molto d'accordo a questa possibilità di mercato.
 

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