Generali, Cattolica, Banca Ifis: ecco chi ha detto no all'azione di responsabilità in Bpvi

Decisive, riporta l'Ansa che ha spulciato i verbali del 26 marzo dell'assemblea Popolare di Vicenza, le astensioni di Cattolica e Generali, Banca Ifis e Fiamm, l'azienda di Stefano Dolcetta. Contrari Zonin, Fondazione Roi e Ferrarini

La notizia arriva dall'Agenzia Ansa che è andata a spunciare i verbali dell'assemblea dello scorso 26 marzo. Era il sabato prima della Domenica di Pasqua e nei padiglioni della Fiera di Vicenza, l'assemblea dei soci della Popolare di Vicenza bocciava l'azione di responsabilità proposta in corsa dall'avvocato Renato Bertelle e ammessa all'ordine del giorno.

Proprio i verbali dell'assemblea della Banca Popolare di Vicenza del 26 marzo, nel corso della quale è stata posta all'ordine del giorno l'azione di responsabilità contro la gestione dell'ex presidente Gianni Zonin, ora svelano i nomi di chi - votando contro o astenendosi - ne ha impedito l'approvazione.

Bpvi, l'assemblea boccia l'azione di responsabilità
La redazione

Decisive, riporta l'agenzia, sono state le astensioni di Cattolica (8,96% del capitale presente) e Generali (3,61%) che se avessero votato a favore, avrebbero portato la quota di favorevoli all'azione di responsabilità (38,05%) alla maggioranza. Tra le astensioni di peso si registrano quella di Banca Ifis (1,69%) e della Fiamm (0,55%), l'azienda di cui è amministratore delegato Stefano Dolcetta, presidente di Bpvi.

Hanno votato contro l'azione di responsabilità Zonin e la sua famiglia, anche con alcune tenute agricole: ci sono i no di Gianni (51 mila azioni), dei figli Domenico (21 mila), Francesco (22 mila) e Michele (22 mila), della moglie Silvana Zuffellato (54 mila), del fratello Silvano (35 mila), a cui si aggiungono i titoli di cui in pancia della tenuta Castello del Poggio (31 mila), tenuta Cà Bolani (88 mila), Badia (18 mila).

C'è anche il no della Fondazione Roi (5,1%), il cui patrimonio è stato polverizzato dall'investimento in Bpvi e di cui Gianni Zonin è ancora presidente, così come l'imprenditore dei prosciutti Luca Ferrarini (1,55%) che si agita nelle prime file dell'associazione Per Veneto Banca a difesa del proprio investimento.

Ma non tutti gli istituzionali si sono astenuti. La Fondazione Cassa di Risparmio di Prato (3,55% del capitale in assemblea), ha votato per chiedere i danni alla vecchia gestione, così come la Fondazione Maria Teresa Mioni. A favore dell'azione dei responsabilità si sono espressi 1.346 soci, moltissimi dei quali piccoli azionisti con qualche centinaia o al più poche migliaia di azioni, titoli in cui è stato investito il patrimonio di famiglia o i risparmi di una vita.

Tra i "sì" c'è quello del sindacalista Giuliano Xausa della Fabi, con le sue 677 azioni, Silvano Corazzin, proprietario di un mobilificio e di 208 mila azioni (quasi 13 milioni di euro polverizzati), a società come Immobiliare Veneta (76 mila azioni) e Due Mari srl (125 mila azioni) al gruppo farmaceutico Fis (68 mila azioni). Per il sì si è espresso anche l'ex sindaco di Vicenza Enrico Hullweck, l'unico (ex) politico presente all'assemblea.

Tra i no si registrano quelli della Zeta Sas (24 mila azioni) di Giuseppe Zigliotto, l'ex consigliere di Bpvi e attuale presidente di Confindustria Vicenza, indagato con Zonin per aggiotaggio e ostacolo all'attività di vigilanza, e il gruppo di costruzioni Maltauro, Giovanni Dolcetta (parente di Stefano?), che ha votato no anche con le sue 786 azioni detenute a titolo personale. Ferrarini, oltre ad esprimere voto contrario con i suoi titoli, ha votato no anche con quelli della sua società Effe Energy (3,9% del capitale), portando il suo peso in assemblea al 5,4%.

 

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