Generali, Pellicioli (De Agostini): difesa dell’italianità non è un tema

La difesa dell'italianità «non è mai stato un tema. Per noi non lo è mai stato e non lo è», aggiunge a margine dell'assemblea di Dea Capital, della quale è presidente. «Io penso che le aziende devono creare valore e i manager devono gestire bene le aziende, la loro nazionalità non è importante»

MILANO. La difesa dell'italianità «non è mai stato un tema. Per noi non lo è mai stato e non lo è», aggiunge a margine dell'assemblea di Dea Capital, della quale è presidente. «Io penso che le aziende devono creare valore e i manager devono gestire bene le aziende, la loro nazionalità non è importante». Così Lorenzo Pellicioli, amministratore delegato di De Agostini, azionista di Generali con una quota dell'1,7% che «non è previsto che cambi», replica a una domanda a margine dell'assemblea di Dea Capital. «Tutte le operazioni che creano valore e sono razionali sono benvenute. Se c'è una cosa che trovo assolutamente non importante è la nazionalità degli azionisti e dei manager. L'importante è che le aziende creino valore e che i manager siano bravi», sottolinea in risposta a una domanda su una possibile grande operazione europea per la compagnia triestina.

«Il nuovo piano è ottimo, sono assolutamente positivo» ha poi aggiunto il presidente di De Agostini, nonché consigliere del Leone, sul piano triennale della compagnia, presentato lo scorso novembre dal Ceo del Leone, Philippe Donnet. «Sono 12 anni che sono in Cda e sicuramente questo è il piano che ho visto nel merito e nel metodo elaborato meglio. E mi pare che l'opinione sia condivisa dal mercato perché da quando è stato presentato il titolo si è mosso bene», aggiunge Pellicioli. «È un piano lucido, chiaro e concreto senza voli pindarici ma con grande concretezza e competenza nel mondo delle assicurazioni, che è il mestiere di Generali».

Riproduzione riservata © il Nord Est