Generali: welfare in una pmi su due, raddoppiate in 3 anni

ROMA. Un'impresa su due in Italia è attiva nel welfare aziendale, che supera i suoi abituali confini, diffondendosi anche alle piccole imprese e in tutto il territorio. Il Welfare Index Pmi 2019 di Generali, presentato a Roma, mostra che il 45,9% delle 4.561 imprese intervistate ha adottato iniziative in almeno quattro delle dodici aree del welfare. Nel 2016 erano il 25,5%. Ancora maggiore è la crescita delle imprese molto attive che sono quasi triplicate fino a sfiorare il 20% (19,6%). Da questo impegno è scaturita una crescita della produttività del lavoro in oltre sei aziende su dieci (63,9%).

«In quattro anni con Welfare Index Pmi abbiamo ascoltato gli imprenditori, con 15 mila interviste, e abbiamo visto una crescente consapevolezza dell'importanza del welfare», afferma il Ceo diGenerali Italia e Global Business Lines, Marco Sesana. «Il Rapporto 2019 - aggiunge Sesana - ci restituisce una fotografia unica: il welfare ha successo se è un progetto d'impresa coerente e strategico che parte dall'ascolto dei dipendenti».
Sono 10.441 i contratti di secondo livello attivi e 5.352, pari al 52%, prevedono misure di welfare aziendale con una netta spaccatura tra le aree del Paese: il 76% dei contratti che prevede forme di welfare aziendale è al Nord, il 16% nel Centro e solo l'8% nel Mezzogiorno. Sono i dati presentati dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, alla presentazione del Welfare index Pmi di Generali. «Il mercato del lavoro - afferma il ministro - continua a viaggiare a due velocità. La sfida che ci proponiamo è colmare questo gap anche con il supporto delle imprese che possono essere promotrici di un diverso approccio aziendale specie nel Mezzogiorno, dove ce n'è più bisogno».
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