Golden Goose, i vent'anni delle sneakers di lusso che hanno rivoluzionato la moda: "In futuro ipotesi Piazza Affari"

VENEZIA. Sono le sneaker Golden Goose la nuova promessa del fashion made in Nordest pronto per la Borsa. L'azienda che tramite le fusioni e acquisizioni, sempre spinta a crescere dai private equity azionisti, prima Style Capital poi Ergon Capital, infine Carlyle e ora Permira, è diventata da piccola società veneta a uno dei nomi emergenti del fashion, nota per aver lanciato le famose sneakers.

«Se ci chiediamo come ha fatto Golden Goose a crescere in più di 64 nazioni del mondo e a realizzare più dell'80 per cento del proprio fatturato fuori dall'Italia, ad essere cresciuta del 2% quando la nostra industry è diminuita mediamente del 20% lo scorso anno, la risposta è solo una: perché le persone dentro Golden Goose sono connesse con le persone al di fuori dell'azienda. Non parliamo più di consumatore, ma di community» spiega l'amministratore delegato Silvio Campara al Sole24ore.

Il manager, ricordando l'acquisizione da 1,3 miliardi di euro di Permira, avvenuta lo scorso anno in epoca di Covid, segnala «come Golden Goose abbia sempre creato grande valore con i fondi azionisti, autofinanziandosi e che, proprio per questo motivo,» sia logico ipotizzare una futura quotazione dell'azienda in Borsa.
Golden Goose ha vinto, infatti, la categoria fashion del Premio Pambianco leQuotabili, ovvero la quindicesima edizione dell’analisi annuale stilata da Pambianco sulle società italiane che possiedono le caratteristiche economiche, finanziarie e di posizionamento per essere quotate in Borsa con successo in un orizzonte temporale di 3/5 anni.
Il riconoscimento va a confermare il periodo positivo dell’etichetta, che quest’anno festeggia i suoi primi vent’anni. Nel 2020 la realtà veneta ha annunciato una chiusura dell’anno in linea con il 2019, quindi 265 milioni contro i 262 del 2019. Golden Goose è stata acquisita da Permira per circa 1,3 miliardi di euro. Il marchio presente in Asia, Europa, Medio Oriente e Americhe, con oltre 120 negozi diretti, 18 piattaforme digitali e direct online con un fatturato ripartito tra il 37% dell’America, 33% dell’Europa e il 30% proveniente dall’Asia.
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