Governance, Europa e Pmi: la nuova Confindustria tra Garrone e Orsini

Giovedì 4 aprile la scelta del successore di Carlo Bonomi alla guida dell’associazione degli imprenditori

Roberta Paolini
La sede di Confindustria in Viale dell’Astronomia a Roma
La sede di Confindustria in Viale dell’Astronomia a Roma

Una nuova idea di leadership e governance dell’associazione, un focus sull’Europa, il tema delle filiere e delle pmi, la questione energetica.

I programmi dei due candidati al vertice di Confindustria vedono una ripetitività dei temi cari al mondo dell’impresa. Declinati in maniera differente, ma comunque le aree di intervento sono quelle.

Emanuele Orsini ed Edoardo Garrone sono due profili imprenditoriali diversi, ma a questo stato della competizione ridurre la disfida dicendo che il primo è l’interprete della piccola industria mentre il secondo quello della grande impresa, è una semplificazione eccessiva. Anche alla luce delle indiscrezioni che stanno uscendo in questi giorni e che vedrebbero una parte delle preferenze verso Antonio Gozzi, escluso dalla competizione, spostarsi verso l’imprenditore emiliano. E Gozzi, come presidente di Federacciai, certo non pare un interprete della piccola impresa.

Resta una questione di posizionamento delle rispettive aziende, che per esposizione internazionale e dimensione, descrivono due mondi imprenditoriali differenti. E sebbene ci sia nel programma di Orsini una sottolineatura a sostenere il mondo della piccola industria, non perché piccolo sia bello, ma poiché nel sistema delle pmi c’è una oggettiva difficoltà ad accedere ad alcuni strumenti di potenziamento della crescita. Allo stesso tempo il tema delle filiere e del sosteno al sistema della piccola e media impresa resta un punto nodale pure per il programma di Garrone, che per altro, personalmente si è fatto interprete di questa necessità di sostegno con le operazioni messe a segno dalla sua San Quirico (noto è l’investimento della MinervaHub di Matteo Marzotto e Xenon capital).

C’è poi la questione dell’Europa, con la volontà di entrambi i candidati di una vicepresidenza di peso per interloquire di più nel luogo in cui troppe partite vincono i propri momenti topici: dalla transizione energetica, alla questione della sostenibilità. Infine c’è la visione su leadership e governance, Garrone vuole dare un peso maggiore

Ma tornando ai due profili. Orsini è Vicepresidente di Confindustria Nazionale con delega al Credito, alla Finanza e al Fisco. È a capo della Sistem Costruzioni, attiva nel settore dell’edilizia in legno e della logistica industriale e della Tino Prosciutti. In Confindustria ha ricoperto diversi ruoli, ha iniziato la sua carriera associativa come Presidente di Assolegno nel 2013. Nel febbraio 2017, è stato eletto Presidente di FederlegnoArredo. Nel 2015, è diventato membro della Giunta di Confindustria Modena e Capo della Sezione Varie della stessa associazione. Nel 2016, è stato eletto membro del Gruppo tecnico Industria e Ambiente. Garrone, presidente del gruppo energetico Erg, di San Quirico, presidente de Il Sole 24 Ore, ha una pluralità di incarichi tra cui va ricordato quello come consigliere della Fondazione Gaslini di Genova. Ha assunto diversi incarichi significativi all'interno di Confindustria e in altri contesti aziendali. Durante la presidenza di Vincenzo Boccia (2016-2020) in Confindustria, è stato componente dell'Advisory Board e ha ricoperto la carica di Presidente del Gruppo Tecnico Internazionalizzazione Associativa. Nel periodo della presidenza di Giorgio Squinzi (2012-2016), è stato membro del Comitato di Presidenza con delega all'Internazionalizzazione Associativa. Sotto la guida di Emma Marcegaglia (2008-2012), ha assunto il ruolo di Vice Presidente per l'Organizzazione e il Marketing Associativo, mentre nella presidenza di Luca Cordero di Montezemolo (2004-2008), è stato componente della Presidenza e Presidente del Comitato Tecnico per le Riforme Istituzionali e Federalismo.

Riproduzione riservata © il Nord Est