Guerra in Ucraina e crisi, per il Veneto crescita dimezzata e conto da 3,7 miliardi di euro
Secondo Prometeia le previsioni sul Pil del 2022 si dimezzano attestandosi a +2,4 per cento, meglio del +2,2 della media nazionale. I dati del Bollettino socio-economico della Regione Veneto
VENEZIA.Il conflitto in Ucraina, con le conseguenze che ha già determinato rispetto alla carenza di alcune materie prime, la crisi energetica, anche questa in parte legata alla guerra e alle relazioni con la Russia, insieme ad altri fattori cruciali come le difficoltà della logistica, il lockdown in Cina, l’inflazione… Un mix, che qualcuno ha già definito «micidiale», che sta impattando in modo importante sull’economia italiana, Nordest e Veneto compresi, e che impone una revisione al ribasso delle aspettative di crescita per il 2022.
Ma quanto al ribasso, e quant’è il “conto” da pagare?
Le previsioni a inizio anno indicavano per il Paese una crescita del Pil nel 2022 di almeno +4,7%. Alla luce di crisi e conflitto, Prometeia rivede a +2,2% il dato medio nazionale, poco più sopra, +2,4% quello del Veneto.
Nel 2021 l’Italia ha prodotto un Pil pari a 1.781 miliardi, il Veneto contribuisce al dato nazionale con il 9,2%, e quindi con una ricchezza pari a 163,8 miliardi, in sostanziale crescita (+7,2%) rispetto all’annus horribilis che è stato il 2020 quando si era attestato a 152,3 miliardi.
Una stima di +4,7% per l’anno in corso, vedrebbe il Pil del Veneto incrementare di 7,6 miliardi; la percentuale aggiornata del +2,4 ipotizza una crescita di soli 3,9 miliardi. Ed ecco il “conto” di 3,7 miliardi che il Veneto deve sacrificare sull’altare della crisi. Ammesso e concesso che il trend, a fine anno, coincida con quello oggi solo indicato.
Il Bollettino della Regione Veneto registra i dati positivi dello scorso anno, dall’export al turismo, dal mercato del lavoro al trasporto delle merci, dai settori in forte crescita, come quello vitivinicolo, che conta oltre 95 mila ettari di vigneto nel 2021 (14% della superficie nazionale), e che vede al top le province di Treviso (43% della superficie) e Verona (30%), per chiudere con il trend demografico, in negativo.
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