Hotel e abitazioni di pregio Tedeschi, russi, austriaci sui palazzi-tesoro di Trieste

TRIESTE. L’affare più importante dell’anno è stato certamente l’acquisto dell’ex palazzo delle Ferrovie dello Stato, un intero isolato da 19.500 metri quadri nel centro di Trieste, in quello che viene definito il Borgo Teresiano. Ma gli investimenti da parte di acquirenti stranieri nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia non si fermano.
Negli ultimi anni gli austriaci in maniera preponderante, ma anche tedeschi, russi, ucraini, serbi, macedoni, slovacchi e sloveni hanno destinato importanti capitali al mercato immobiliare triestino. Enorme valore Interi palazzi anche di enorme pregio, ville storiche, lussuose residenze sulla costiera con vista mozzafiato sul golfo, appartamenti in contesti esclusivi: ogni pezzo di valore per loro è diventato appetibile.
«Buona parte del fatturato delle agenzie immobiliari di Trieste viene ormai garantito da investimenti stranieri – testimonia Stefano Nursi, presidente Fiaip Trieste – le più strutturate dedicano anche personale specializzato, che conosce bene diverse lingue, alla gestione di questa fetta di acquirenti».
Nursi valuta come l’emergenza generata dal Coronavirus non abbia inciso affatto sugli investimenti stranieri, «soprattutto degli austriaci, – constata – che appena terminato il lockdown, lo scorso maggio, hanno voluto riprendere le visite, mentre le trattative non si sono mai interrotte».
L’ultimo importante investimento, come detto, riguarda l’ex palazzo delle Ferrovie dello Stato di piazza Vittorio Veneto. Ad aggiudicarsi all’asta – dopo diversi tentativi di vendita andati deserti – l’enorme stabile è stata la JP Immobilien, che unisce un gruppo di investitori viennesi intenzionati a mettere in campo circa 40 milioni di euro per trasformare la struttura in un grande albergo da 165 stanze, oltre una novantina di appartamenti a destinazione residenziale, e un ristorante.
L’idea è di attrarre turisti austriaci a soggiornare, ma anche a prendere casa a Trieste. Per la progettazione del recupero del palazzo è stato coinvolto l’architetto veneziano Luciano Parenti con cui il gruppo collabora da anni. Largo Panfili C’è del capitale straniero anche nell’italo-austriaca BZ Hotels, la società che partecipando all’asta organizzata da Cassa depositi e prestiti ha rilevato nel 2019 il palazzo dell’ex Intendenza di finanza in largo Panfili.
Un investimento complessivo, incluso il restauro, da 15 milioni di euro. L’opera di recupero del palazzo affidata all’ingegnere Mario Bucher, che si giova della consulenza storico-artistica di Pietro Cordara, punta a trasformare l’immobile in un hotel a quattro stelle dotato di 230 stanze. Del 2017 l’affare della Mid Holding, una grossa realtà attiva nel mercato immobiliare con sede a Klagenfurt, che per poco più di 12 milioni di euro ha rilevato all’asta dal Comune di Trieste il comprensorio dell’ex fiera che diventerà entro il 2022 un polo commerciale-ricreativo.
Filo diretto con Villaco A destinazione residenziale, invece, gli investimenti austriaci per un palazzo in via della Zonta e in via Machiavelli. Giorgio Calcara, titolare dell’omonima agenzia immobiliare di Trieste, ha una filiale in Austria, a Villaco. «I maggiori investitori arrivano da Vienna e Klagenfurt – osserva – sono interessati sia a piccoli appartamenti da mettere a reddito, che a residenze più importanti dove passare delle giornate di vacanza, meglio se con vista mare, il loro sogno».
Ai loro investimenti più importanti a Trieste viene dato risalto anche dai quotidiani austriaci «e questo – riferisce Calcara – funge da traino anche per acquirenti con capitali minori. A loro giudizio, comunque, il valore dei nostri immobili, valutando il potenziale della città, è sottovalutato». Nei tre contesti residenziali sul mare in provincia di Trieste - Portopiccolo il più esclusivo, e poi il residence Europa e Porto San Rocco – una percentuale alta di appartamenti è finito in mani straniere.
Nello specifico, a Porto San Rocco nel comune di Muggia il 50% delle residenze è stato acquistato con capitali non italiani (sloveni, cechi, slovacchi, tedeschi, argentini), il 25% austrici. Non ha avuto successo, invece, l’affare messo a segno nel 2018 da imprenditori macedoni in via Milano. Il palazzo da 1.700 metri quadri trasformato in struttura alberghiera è già tornato sul mercato.—
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