Hypo Bank, Serracchiani scrive al ministro delle Finanze austriaco
UDINE. La presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha scritto oggi una lettera al Ministro delle Finanze austriaco, Hans Joerg Schelling, sulla vicenda di Hypo Alpe Adria Bank, i cui dipendenti - 400 di cui 300 solo in FVG, e i restanti divisi tra Veneto, Emilia Romagna e Lombardia - rischiano di perdere il posto di lavoro qualora il Governo di Vienna, che controlla l'istituto tramite la propria holding di partecipazioni, decidesse di liquidarlo.
Serracchiani auspica che il ministero «voglia considerare ancora, prima che sia troppo tardi, la possibilità di evitare la liquidazione» dell'istituto e parallelamente chiede «che il Governo austriaco favorisca ogni utile e doveroso dialogo con i rappresentanti dei lavoratori», che hanno proclamato lo stato di agitazione dall'inizio di marzo.
Ricordando come lo stesso ministro abbia «personalmente reso noto che esistono potenziali acquirenti, e che qualora la Commissione Europea dovesse approvare si potrebbe anche prospettare la possibilità di vendere», una posizione «confermata anche recentemente nel corso degli ultimi vertici italo-austriaci», Serracchiani sottolinea che «le manifestazioni d'interesse sono rimaste, anzi sono state comprovate ufficialmente, ma la disponibilità ha continuato a essere solo verbale. Alla prova dei fatti, rimane dunque l'interrogativo se le parole del Governo austriaco siano state pronunciate con l'intenzione di darvi un seguito, perché tutti i segnali che giungono dall'interno della banca, e che non sono contraddetti dalla Bundesholding, confermano che la linea è quella della liquidazione».
Serracchiani aggiunge quindi che «ha stupito ed è apparso estraneo alle consuetudini delle relazioni sindacali, soprattutto quando la parte datoriale è espressione di uno Stato, il rifiuto opposto lo scorso 4 febbraio ai rappresentanti aziendali dei lavoratori di Hypo Bank alla richiesta di poter incontrare il presidente Florian Schumi, presso la Direzione Generale di Tavagnacco. Era la terza volta in pochi mesi che ottenevano la stessa risposta».
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