I cinque pilastri della CNA per rilanciare l’economia veneta dopo la crisi Covid

Presentato un documento sottoposto a tutti i candidati a presidente - si vota il 20 e 21 settembre per le regionali - per sostenere la competitività e formare il personale

VENEZIA. Cinque pilastri per rilanciare l’artigianato e l’economia in Veneto per prossimi dieci anni. In vista delle elezioni regionali la Cna Veneto, con il contributo di tutte le territoriali, incontrerà individualmente tutti i candidati alla presidenza per chiedere un impegno concreto su Mani-fattura e Competitività territoriale, Cultura della legalità, Strumenti per crescere, Ri-generazione e Formazione e competenze.

«Luci e ombre, punti di forza e criticità ci hanno spinto» spiega il presidente di Cna Veneto Alessandro Conte «a richiamare l’esigenza di un nuovo “Patto per lo Sviluppo”, un documento programmatico attraverso il quale intendiamo fissare quelle che a nostro avviso sono le priorità per l’artigianato e la piccola e media impresa che rappresentiamo. È necessario rispondere all’esigenza di manodopera qualificata investendo negli istituti in grado di formare le future leve dell’artigianato e della piccola impresa, in formazione e nell’acquisizione di nuove competenze per chi vuole essere realmente competitivo nel mercato del lavoro».

La competitività territoriale

I cinque pilastri e le proposte di Cna Veneto pongono al primo posto il tema della competitività territoriale e la mani-fattura, che segnano una debole crescita del Pil nel decennio 2010-2019 e ampliano il divario con il Länder tedeschi. Cna Veneto chiede di investire nelle filiere strategiche del made in Italy e del made in Veneto che esportano in tutto il mondo; dare nuovo impulso alle relazioni con Lombardia ed Emilia-Romagna; favorire l’artigianato rivedendo l’impianto normativo sui limiti dimensionali.

Autonomia regionale: una necessità

Serve un nuovo percorso verso l’autonomia regionale come leva per lo sviluppo. Per contrastare il fenomeno dell’abusivismo è necessario sostenere e incentivare processi di sburocratizzazione, ridurre la pressione fiscale, contrastare la concorrenza sleale, facilitare l’accesso al credito attraverso il ruolo dei Confidi. Come strumento di contrasto l’integrazione dei fondi antiusura dei Confidi, il rifinanziamento della legga regionale di contrasto alla criminalità e il potenziamento dell’Osservatorio regionale.

Pur potendo contare su oltre 9 mila chilometri di arterie stradali, di cui 595 km di autostrade e 732 di interesse nazionale, la dotazione stradale del Veneto appare ancora sotto la media in proporzione alla popolazione e alla superficie territoriale.

Accanto al completamento delle grandi opere, la Pedemontana Veneta (e le opere complementari), la Transpolesana e l’alta velocità nel tratto Venezia–Trieste, sono le autostrade digitali a mancare. Occorre ultimare l’infrastruttura pubblica della banda ultralarga specialmente nelle aree bianche, migliorare l’interconnessione tra il tessuto delle pmi e l’accesso agli strumenti tecnologici e digitali anche a partire dall’esperienza del Digital Innovation Hub. Cna Veneto individua nella ri-generazione urbana, ambientale e sociale uno dei fattori chiave per la crescita.

L’avvicinamento ai giovani

Tra le proposte il miglioramento della conoscenza del lavoro delle imprese artigiane attraverso la creazione di campagne e bandi che avvicinino i giovani, nuovi percorsi di attivazione dello smart working nelle piccole imprese, sostegno all’occupazione femminile attraverso l’erogazione di nuovi servizi. Delle proposte fa parte anche il sostegno ai progetti di alfabetizzazione digitale per allargare le competenze generazionali, con particolare attenzione agli anziani.

Mancano competenze in Veneto: solo nel 2019 si sono cercati 54 mila profili tecnici e oltre a 76 mila operai specializzati, difficili da reperire. Cna Veneto chiede di investire in maniera più efficiente nella formazione e nello sviluppo delle competenze, rafforzando per esempio la relazione del mondo dell’impresa artigiana con la scuola di secondo grado e con le Università.

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IL DOCUMENTO

I cinque pilastri e le proposte di CNA Veneto

Mani-fattura e Competitività territoriale Tra i dati relativi alla competitività territoriale e alla mani-fattura (dove il trattino tende a sottolineare l'aspetto legato alla manualità e alla trasformazione della materia prima) emergono quelli relativi alla debole crescita del Pil nel decennio che va dal 2010 al 2019 e che amplia il divario con il Länder tedeschi. Dato a cui si aggiunge quello relativo agli ultimi mesi quando a causa della pandemia il prodotto interno lordo regionale ha fatto un balzo indietro di dieci anni. Da qui le proposte di CNA Veneto di investire nelle filiere strategiche del made in Italy e del Made in Veneto che esportano in tutto il mondo; dare nuovo impulso alle relazioni con Lombardia ed Emilia-Romagna che insieme al Veneto producono oltre il 40 per cento del Pil nazionale; favorire l'artigianato rivedendo l'impianto normativo sui limiti dimensionali. Concorrono al miglioramento della competitività territoriale un nuovo percorso verso l'autonomia regionale come leva inedita per lo sviluppo, l'efficientamento della macchina amministrativa attraverso la fusione dei comuni e la spinta verso nuove forme di turismo esperienziale.

Cultura della legalità

Per contrastare il fenomeno dell'abusivismo, che in Italia riguarda almeno due milioni di soggetti e danneggia per prime le imprese sane, è necessario per CNA Veneto sostenere e incentivare processi di sburocratizzazione, ridurre la pressione fiscale, contrastare la concorrenza sleale, facilitare l'accesso al credito attraverso il ruolo dei Confidi. In particolare la CNA individua come strumento di contrasto l'integrazione dei fondi antiusura dei Confidi, il rifinanziamento della legga regionale di contrasto alla criminalità e il potenziamento dell'Osservatorio regionale. In una parola è necessario sviluppare una cultura della legalità che renda il Veneto un luogo ideale dove avviare la propria attività.

Strumenti per crescere

Non solo di strade è fatta una regione. Tuttavia, pur potendo contare su oltre 9mila km di arterie stradali, di cui 595 km di autostrade e 732 di interesse nazionale, la dotazione stradale del Veneto appare ancora sotto la media in proporzione alla popolazione e alla superficie territoriale. Accanto al completamento delle grandi opere, la Pedemontana Veneta (e le opere complementari), la Transpolesana e l'alta velocità nel tratto Venezia – Trieste sono le autostrade digitali a mancare. La banda ultralarga oggi copre il 62,4 per cento delle unità immobiliari e, nonostante i progressi fatti dalle imprese, i livelli su queste restano ancora inferiori alla media nazionale. Di qui la richiesta di ultimare proprio l'infrastruttura pubblica della banda ultralarga specialmente nelle aree bianche, migliorare l'interconnessione tra il tessuto delle pmi e l'accesso agli strumenti tecnologici e digitali anche a partire dall'esperienza del Digital Innovation Hub.

Il piano per lo sviluppo della Zls – Zes (zona economica speciale – zona logistica semplificata) dovrà rappresentare una vera occasione di valorizzazione del comparto artigiano e della piccola impresa.

Ri-generazione

CNA Veneto individua nella ri-generazione urbana, ambientale e sociale uno dei fattori chiave per la crescita. Giovani, donne, anziani ma anche il territorio inteso come risorsa collettiva e da preservare sono i destinatari delle proposte dell'associazione in linea con gli obiettivi dell'Agenda 2030 e della SRSvS (strategia regionale per lo sviluppo sostenibile). Tra le proposte il miglioramento della conoscenza del lavoro delle imprese artigiane attraverso la creazione di campagne e bandi che avvicinino i giovani, nuovi percorsi di attivazione dello smart working nelle piccole imprese e sostegno all'occupazione femminile attraverso l'erogazione di nuovi servizi, anche alla luce delle difficoltà che si sono manifestate a causa del Covid-19.  Delle proposte fa parte anche il sostegno ai progetti di alfabetizzazione digitale per allargare le competenze generazionali, con particolare attenzione agli anziani. La salvaguardia del territorio passa anche attraverso il ruolo di regista della Regione sul blocco del traffico: interventi a macchia di leopardo da parte dei comuni non aiutano a un reale miglioramento della qualità dell'aria. Servono inoltre incentivi che producano una reale spinta all'utilizzo della mobilità elettrica.

Formazione e competenze

Il reperimento delle “high skill” rappresenta una delle maggiori sfide. Solo nel 2019 in Veneto si sono cercati 54mila profili tecnici e oltre a 76mila operai specializzati, difficili da reperire. E' evidente la mancanza di manodopera specializzata. Si tratta dunque di investire anche nella scuola affinché sia sempre più in grado di rispondere alle sfide che il mercato del lavoro pone. I dati sull'occupazione giovanile tra i 14 e i 35 anni evidenziano un gap tra formazione scolastica e sbocchi occupazionali.

Per CNA Veneto sarà necessario investire in maniera più efficiente nella formazione e nello sviluppo delle competenze rafforzando per esempio la relazione del mondo dell'impresa artigiana con la scuola di secondo grado e con le Università. Nella stessa direzione vanno il rafforzamento degli IFTS (istituti tecnici di formazione professionale), degli istituti professionali e tecnici, l'incentivo all'attività di alternanza scuola/lavoro, l'apprendistato professionalizzante e duale. Infine appare un'esigenza trasversale alle diverse generazioni quella di dare attuazione e rafforzare il percorso di educazione finanziaria come previsto dalla legge 17 dell'11 maggio 2018 attraverso percorsi formativi in collaborazione con le Università, le forze economiche e sociali, con un focus particolare nei confronti dell'economia femminile. Va infine incentivata la cultura della gestione d'impresa per diffondere una maggiore consapevolezza nella cultura imprenditoriale e la propensione all'imprenditoriale, sviluppando competenze linguistiche e digitali utili a supportare la vocazione territoriale all'export.

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