Idroelettrico in affanno. «Estate di forte difficoltà, la rete sta per rischiare blackout prolungati»

L’allarme di Mario Trogni, ceo dell’altoatesina Alperia Green Power
Sul fiume Isarco la centrale idroelettrica Alperia di Cardano in Alto Adige
Sul fiume Isarco la centrale idroelettrica Alperia di Cardano in Alto Adige

«La situazione nel settore idroelettrico? È critica a livello diffuso, con picchi importanti in alcune zone del Nordest». Ad affermarlo, senza troppi giri di parole, è Mario Trogni, ceo dell’altoatesina Alperia Green Power, che fotografa un’emergenza energetica causata dal problema della siccità estrema registrata negli ultimi mesi. Con le sue 39 centrali idroelettriche gestite sul tutto il territorio altoatesino, Alperia è il terzo produttore di energia da fonte rinnovabile in Italia, e fa dell’idroelettrico la sua prima unità di business.

Oggi però, attorno al settore, regnano incertezza e preoccupazione: «Sarà un’estate di grande difficoltà. I rallentamenti e le diminuzioni nella produzione di energia sono dovuti al fatto che le riserve di neve sull’arco alpino si sono già sciolte. In condizioni normali l’acqua che si produce dalle nevicate invernali permette di superare il periodo estivo in tranquillità, rispettando tutte le esigenze dei produttori e degli utenti. Quest’anno però non sarà così», spiega Trogni. La neve rappresenta per le centrali idroelettriche un tesoretto prezioso che quest’anno è venuto a mancare, motivo per cui i player del settore possono ora solamente contare sulle precipitazioni, anch’esse molto scarse.

Diverse centrali attorno all’area del Po hanno dovuto chiudere e la situazione in altre zone d’Italia è al limite, considerando anche che l’estate è diventata la stagione con la richiesta di fabbisogno di energia più alta, sia nel comparto dell’agricoltura ma anche dal punto di vista idropotabile per via dei grandi flussi turistici che attraversano la Penisola. «Siamo vicini a una tempesta perfetta, perché è un periodo in cui si concentra un’alta richiesta con una disponibilità sempre minore. E se le centrali idroelettriche non hanno più acqua a risentirne è anche la rete elettrica nazionale, che rischia una destabilizzazione e blackout prolungati», prosegue Trogni.

E all’orizzonte le soluzioni per contenere l’emergenza sono poche. «Il primo passo – dice il ceo di Alperia Green Power – è un incremento degli investimenti e dei comportamenti virtuosi delle amministrazioni. In agricoltura, ad esempio, bisognerebbe mettere un freno alle irrigazioni a scorrimento e prediligere quelle a pioggia e aspersione. Mai come oggi è necessario un uso parsimonioso e sostenibile dell’acqua, la politica dovrebbe intervenire con azioni di sensibilizzazione. Ma sono aspetti che andrebbero discussi in tempi normali e non nel pieno della crisi», spiega Trogni, che rimarca anche l’importanza dei tavoli di confronto come l’Osservatorio per gli utilizzi dell’acqua nel bacino idrografico delle Alpi Orientali.

Dall’inizio dell’anno Alperia ha registrato una produzione di energia idroelettrica in calo del 40% rispetto ai suoi standard. Un dato di forte impatto che non ha però vietato al provider di aiutare altre regioni bisognose di acqua come il Veneto. «In Alto Adige al momento la situazione è leggermente migliore rispetto ad altre zone e riusciamo a garantire una corretta distribuzione d’acqua. Camminiamo comunque su un filo sottile che potrebbe spezzarsi, ma possiamo ancora contare su falde a livelli stabili e su fabbisogni minori da dover soddisfare», conclude Togni.

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