Il caso HeraAmbiente «Dai rifiuti organici produrremo nel 2025 16,8 milioni di metri cubi di biogas»
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Centinaia di viaggi dalla Terra alla Luna oppure riscaldare decine di migliaia di abitazioni. E tutto con la produzione di biogas da rifiuto organico. Il Gruppo Hera, con Herambiente questo è riuscita a fare nel suo impianto nel bolognese. Ed ora lo farà anche a Modena.
«Prevediamo in arco Piano di raddoppiare la produzione di biometano da rifiuti organici - anticipa il presidente esecutivo della multiutility Tomaso Tommasi di Vignano - toccando quota 16,8 milioni di metri cubi all’anno nel 2025, replicando la positiva esperienza dell’impianto di Sant’Agata Bolognese, con una nuova struttura impiantistica all’avanguardia in collaborazione con un partner d’eccellenza come il Gruppo Cremonini».
Il Gruppo Hera (la cui controllata a Nordest è AcegasApsAmga) è, infatti, la prima multiutility italiana ad aver realizzato già nel 2018, alle porte di Bologna, un impianto di digestione anaerobica per la produzione di biometano dalla frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata.
«I rifiuti organici differenziati nelle case tornano così al servizio della comunità sotto forma di gas rinnovabile che, immesso in rete, alimenta il trasporto cittadino pubblico e privato, aiutando quindi un settore sempre più esposto al tema delle emissioni di anidride carbonica» dice Tommasi di Vignano.
Quella di Sant’Agata, prosegue «è una struttura all’avanguardia, simbolo del nostro impegno per l’economia circolare, che guarda alla transizione verso le rinnovabili».
In termini di volumi, l’impianto è capace di trattare, ogni anno, 100 mila tonnellate di rifiuti organici prodotti dalla raccolta differenziata e altre 35 mila tonnellate derivanti dalla raccolta di verde e potature.
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Grazie all’implementazione delle nuove e migliori tecnologie di digestione anaerobica e upgrading, queste risorse consentono di ottenere, annualmente, 20 mila tonnellate di compost, un biofertilizzante da destinarsi principalmente all’agricoltura, e circa 8 milioni di metri cubi di biometano, combustibile rinnovabile al 100%, con importanti benefici sull’economia e sull’ambiente, grazie a un risparmio annuo di 6.000 tonnellate di petrolio e a una sensibile riduzione delle emissioni di CO2, pari a circa 14.600 tonnellate.
Quella esperienza ha funzionato così bene che ora il gruppo grazie a un investimento di circa 28 milioni di euro, attraverso la NewCo Biorg, nata dalla partnership con la società Inalca del Gruppo Cremonini, è in ristrutturazione un impianto di Herambiente a Spilamberto (Modena), con avvio previsto nel 2023, per produrre biometano e compost da rifiuti organici e scarti derivanti dal processo di lavorazione dell’industria delle carni.
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«La produzione attesa, a regime, è di 3,7 milioni di metri cubi di biometano all’anno, che verranno immessi nella rete gas e restituiti al territorio per l’utilizzo in autotrazione» spiega ancora il presidente esecutivo.
Ogni anno verrà risparmiato l’uso di combustibile fossile per circa 3.000 TEP (tonnellate di petrolio equivalente) e saranno evitate emissioni di CO2 in atmosfera per circa 7.000 tonnellate.
L’operazione consentirà, inoltre, il recupero di materia, oltre a quello energetico. Lo scarto in uscita dal processo di digestione anaerobica, anziché essere smaltito verrà infatti ulteriormente recuperato, grazie al conferimento in un nuovo impianto di compostaggio che sarà realizzato entro l’anno sempre nel modenese, per arrivare a produrre ogni anno circa 18.000 tonnellate di compost utilizzabile come biofertilizzante in agricoltura.
La sfida di trasformare i rifiuti in risorsa non porta però solo alla produzione di biometano, ma anche al recupero di materia dall’organico. Il compost è infatti un biofertilizzante che si sta raffinando ed evolvendo nel tempo grazie a ricerca e sperimentazione.
«Nei nostri impianti di compostaggio mettiamo al servizio del recupero dei rifiuti le migliori tecnologie per produrre compost di qualità, chiudendo così un ciclo virtuoso iniziato con la raccolta differenziata da parte dei cittadini di sfalci, potature e scarti organici: si riducono così i rifiuti destinati alla discarica e la terra viene rigenerata con ammendanti naturali che migliorano le qualità meccaniche e fisiche del suolo stesso».
Per la promozione dell’economia circolare riveste un ruolo centrale la controllata Aliplast, con sede principale a Istrana (Treviso): leader nel riciclo e rigenerazione dei rifiuti di matrice plastica, rappresenta una vera e propria eccellenza sul territorio nazionale. L’economia circolare è il primo pilastro per ridurre il consumo di energia.
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