Il commercio riaprirà lunedì tra mille incertezze

PADOVA - «Lunedì 18 maggio si riparte, nonostante ci sarebbe più di un motivo per restare chiusi. Diciamo che, dopo due mesi e mezzo di casse desolatamente vuote, "più del dolor potè il digiuno", per cui si apre seppure con tantissimi punti interrogativi».
A evidenziare le mille incertezze della riapertura è oggi il presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova, Patrizio Berti.

La prima incertezza è quella relativa alle norme da rispettare, «in questo senso il governo è largamente deficitario» ha precisato.
Ma l’incertezza forse maggiore è che «su chi lunedì riaprirà e su quanti stanno già lavorando pende la spada di Damocle della responsabilità conseguente al fatto che il contagio da Covid-19 sia stato equiparato all’infortunio sul lavoro, con relativa competenza in capo all’Inail. Il problema è che per un "infortunio" oltre i 30 giorni si finisce nel penale».
«Lo dico chiaramente: o creano una sorta di "scudo penale" o qui va veramente a finire che chiudiamo tutti».
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