Il commercio riaprirà lunedì tra mille incertezze

Il presidente di Confcommercio Veneto Patrizio Berti: c'è il nodo norme da rispettare e, soprattutto, serve lo "scudo penale" sull' "infortunio da virus"
Erbe square, the market place, looks desert due to the Coronavirus emergency, Verona, Italy, 24 March 2020. ANSA / Filippo Venezia
Erbe square, the market place, looks desert due to the Coronavirus emergency, Verona, Italy, 24 March 2020. ANSA / Filippo Venezia

PADOVA - «Lunedì 18 maggio si riparte, nonostante ci sarebbe più di un motivo per restare chiusi. Diciamo che, dopo due mesi e mezzo di casse desolatamente vuote, "più del dolor potè il digiuno", per cui si apre seppure con tantissimi punti interrogativi».

A evidenziare le mille incertezze della riapertura è oggi il presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova, Patrizio Berti.

Coronavirus, chiudono di loro iniziativa i negozi gestiti da cinesi a Porto Torres
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La prima incertezza è quella relativa alle norme da rispettare, «in questo senso il governo è largamente deficitario» ha precisato.

Ma l’incertezza forse maggiore è che «su chi lunedì riaprirà e su quanti stanno già lavorando pende la spada di Damocle della responsabilità conseguente al fatto che il contagio da Covid-19 sia stato equiparato all’infortunio sul lavoro, con relativa competenza in capo all’Inail. Il problema è che per un "infortunio" oltre i 30 giorni si finisce nel penale».

«Lo dico chiaramente: o creano una sorta di "scudo penale" o qui va veramente a finire che chiudiamo tutti».

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