Il futuro secondo Piero Angela: tecnologia, generazioni e ambiente
TRENTO. "Non sono uno scienziato, ma con umiltà racconto quello che gli esperti mi dicono". Piero Angela al Festival dell'economia per ragionare di futuro. Ma anche di generazioni, pensando alla demografia (l'Italia che nei prossimi 80 anni dimezzerà i propri abitanti e dovrà ripensare diversi modelli economici), alla tecnologia (capace di dare un benessere che la politica non ha mai garantito su così vasta scala), all'ambiente (l'energia "sporca" è ancora troppo invasiva; ma orientarsi sulle energie pulite deve essere un impegno a livello globale). Angela si è detto colpito dal "virus della curiosità" e di essersi appassionato alla scienza non a scuola, ma attraverso le letture giuste e gli incontri successivi. "Fare di più con meno" la chiave per rendere sostenibile il futuro.
Piero Angela a 360° sui temi dell'ambiente, delle scelte economiche, della divulgazione scientifica, della demografia, del corretto utilizzo della tecnologia.
Il noto giornalista e divulgatore scientifico che da settant'anni accompagna gli italiani dallo schermo tv alla scoperta delle meraviglie della scienza ha dialogato con Silvia Bencivelli, medico e giornalista scientifica, nella prima serata del Festival 2020.
Per Piero Angela la tecnologia e i suoi progressi sono stati indispensabili per raggiungere il benessere, la salute, la democrazie, il grado di liberazione femminile, la longevità che conosciamo oggi. Ma se un utilizzo delle tecnologie poco attento agli equilibri ambientali è stato fatto, soprattutto in campo energetico, non si può certo imputare agli scienziati, ma a governi, poteri militari, attività economiche e industriali. Non dobbiamo nemmeno avere troppa fiducia nella tecnologia come antidoto ai danni ambientali che si provocano.
La scienza può costruire soluzioni, ma fondamentali restano i comportamenti umani: "La tecnologia è il motore del benessere - ha rimarcato Angela - ma non deve infierire sull'ambiente". Tecnologia che - parole di Piero Angela - ha creato benessere come nessun modello politico è mai riuscito a fare. "Quando iniziai a divulgare la scienza, una cinquantina di anni fa - ha ricordato - la coscienza ambientale era davvero debole. Una sedicenne come Greta Thunberg ha scosso le coscienze. La voglia di cambiare c'è. Tutti sappiamo che l'energia inquina. Ma trovare gli strumenti è più difficile. Serve fare di più con meno".
Scuola, informazione e cultura possono sensibilizzare le coscienze. Ma "dobbiamo anche investire in centri di ricerca, preparare nuovi scienziati, dare ai giovani una scuola che parli del futuro, non solo del passato e che sia adeguatamente severa". Fondamentale poi, studiare la demografia del futuro, che tanta influenza avrà sull'economia: nel 2100 l'India sarà il paese più popoloso al mondo seguita dalla Nigeria. L'Italia avrà la metà degli abitanti di oggi. Pensare a welfare, servizi, equilibri fiscali e debito pubblico è un dovere dei decisori politici.
Riproduzione riservata © il Nord Est