Il governo avvia la riforma di Anas, Cav entra nel risiko autostradale

Il governo si prepara a mettere mano al riassetto del sistema autostradale italiano, una partita osservata con grande attenzione anche a Nord Est dove stanno per giungere a scadenza le concessioni di due ricchissime tratte: quella dell’A4 da Brescia a Padova e l’A22 del Brennero.
E non è più un mistero il fatto che sulla prima abbia già messo da tempo gli occhi la Regione Veneto che, utilizzando come perno la controllata Cav, vorrebbe creare una grande holding autostradale del Nord Est dentro la quale magari far entrare in futuro anche Autostrade Alto Adriatico, partecipata proprio dalla Regione Veneto al 37% e dalla Regione Friuli Venezia Giulia al 67%.
Il dossier è sul tavolo di Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, e il primo passo di questa revisione è contenuto in una bozza di decreto, predisposto proprio dal Mit, che prevede la costituzione di una newco interamente pubblica cui affidare la gestione delle autostrade statali a pedaggio che in questo momento fanno capo ad Anas. Per questa newco sarebbe già pronto anche il nome, Autostrade dello Stato, e vedrebbe come unico azionista il ministero dell’Economia.
«In questa fase per Cav non cambierà nulla», spiegano fonti della Regione Veneto che stanno seguendo il dossier, «la newco subentrerà semplicemente nella quota in capo ad Anas. Per capire i reali sviluppi si dovrà attendere la definizione del perimetro della riforma delle autostrade». Questo primo passo però viene interpretato come una decisa accelerazione in vista della scadenza di alcune importanti concessioni, tra cui le due che gravitano a Nord Est. Infatti la società Autostrade dello Stato potrà stipulare non solo convenzioni a titolo oneroso con società direttamente o indirettamente controllate dallo Stato per acquisire assistenza tecnica, operativa e gestionale, ma potrà soprattutto costituire società di gestione di autostrade statali e acquisire partecipazioni in società esistenti ed operanti nello stesso ramo. Previsione che sembra in prospettiva preludere a una più complessa operazione di revisione dell’attuale sistema concessorio.

Ma allo studio non c’è solamente la revisione dell’assetto proprietario delle autostrade italiane, parallelamente al ministero si sta lavorando anche ad una bozza di riforma del sistema dei pedaggi.
«È una delle milestone del Pnrr quindi entro dicembre dobbiamo rivedere le regole dei concessionari e ovviamente è un working in progress», ha spiegato nei giorni scorsi il viceministro Rixi. Oggi infatti esistono concessioni più o meno redditizie tanto che in alcuni casi si ricorre al cross financing nei concessionari perché ci sono pezzi di rete che rendono e altri che sono in deficit.

«Tendenzialmente un’autostrada in Pianura padana, dove non ci sono gallerie e pochi viadotti e con intenso traffico, è molto più conveniente rispetto a un tratto appenninico che è tutto gallerie e viadotti e magari con un traffico non così intenso», ha aggiunto Rixi, «vogliamo riuscire a fare, con regole diverse, un sistema in qualche modo compensativo tra i concessionari che consenta all’utente di avere per chilometro la stessa tariffa». Ma la strada su quest’ultimo fronte sembra in salita. Il pedaggio unico è stato infatti definito come «un’utopia» da Bruno Chiari, direttore generale di A4 Holding.
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