Il legno-arredo italiano è sbarcato a Teheran

Arrivata nella capitale dell'Iran la delegazione di imprenditori che compone la missione organizzata da Pordenone Fiere, Regione Fvg e Ice, per portare in quel Paese il meglio del made in Italy

TEHERAN. Nessun timore per le tensioni di nuovo alle stelle con l'Arabia Saudita, quasi "un fuoco di paglia" come quelli che si sono già visti in passato tra l'Iran e la sua potente rivale regionale.

Piuttosto qualche preoccupazione per il nuovo regime dei visti di ingresso negli Usa di recente approvato dal Congresso, e che potrebbe scoraggiare qualche imprenditore dall'entrare nel grande mercato iraniano, proprio alla vigilia della piena entrata in vigore dell'accordo sul nucleare.

Con questo spirito sono arrivati in Iran gli operatori italiani del legno e dell'arredo che da domani partecipano alla seconda edizione di 'Contract Made in Italy' nel quartiere fieristico di Teheran.

Ne parla Pietro Piccinetti, amministratore delegato della Fiera di Pordenone, che promuove l'iniziativa nell'ambito di un accordo che permette allo stesso ente di organizzare l'evento in esclusiva per i prossimi cinque anni.

Una fiera organizzata con la collaborazione dell'Ice, che coinvolge una sessantina di imprese del Nordest e lombarde, e sarà inaugurata domani dal ministro dell'Industria iraniano Mohammad Reza Nematzadeh, da Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli Venezia Giuli e dall'ambasciatore d'Italia a Teheran Mauro Conciatori.

In effetti, informa Piccinetti, qualche azienda ha disdettato dopo le notizie sulle nuove norme per i visti Usa, che impongono a chi si sia recato negli ultimi cinque anni in Iran di seguire le più lunghe procedure per richiederne uno.

I partecipanti a 'Contract Made in Italy' sono esportatori anche in Usa, spiega, e la misura voluta dai 'falchi' può rappresentare un deterrente.

Ma l'Iran conta 80 milioni di abitanti, e per l'industria del legno e dell'arredamento italiana, alla ricerca di nuovi sbocchi internazionali, rappresenta un interessante bacino per la fascia media e medio-alta dei consumatori.

Tuttavia, prosegue l'ad di Pordenone Fiere - che come responsabile dell'internazionalizzazione dell'Associazione delle Fiere italiane (Aefi) ha firmato anche un memorandum di intesa con Teheran per una cooperazione con tutte le esposizioni iraniane -, non è solo alle esportazioni che i partecipanti guardano.

Piuttosto, in linea con la richiesta più volte avanzata dal governo iraniano ai tanti Paesi che hanno subito cominciato a scaldare i motori quando si profilava l'accordo del luglio scorso, sono disponibili anche a joint-venture in cui l'industria italiana produca in loco per il mercato iraniano, fornendo know-how e tecnologia.

"In un mercato così vasto e ancora difficile - conferma Piccinetti - c'è necessità di produzioni locali".

E in un Paese dove non solo vi è ancora molto bisogno di edilizia residenziale, ma anche di strutture alberghiere adeguate per quel rilancio del turismo in cima ai programmi del governo, è proprio dall'alberghiero che intendono partire le imprese italiane ora a Teheran: produttrici di forniture per progetti chiavi in mano di edifici pubblici e privati, dall'arredamento ai pavimenti e rivestimenti, dai serramenti alle finiture murali, dagli accessori alla domotica.

'Contract Made in Italy' occupa, fino al 13 gennaio, due padiglioni del Midex, la Fiera internazionale dell'arredamento e dell'architettura che mediamente richiama 70 mila visitori.

E visto che il Made in Italy è anche sinonimo di stile e bellezza, domani si svolgerà anche un convegno intitolato 'Arte, architettura, design e urbanistica: scienze comuni per un sentiero condiviso'.

Con il nuovo Iran, appunto.

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