Il mobile pordenonese leader in Fvg e in ripresa
PORDENONE, «Focus stretto» sul mobile pordenonese a pochi giorni dall’inizio del Salone di Milano, in Camera di Commercio di Pordenone alla presenza del presidente, Giovanni Pavan, degli omologhi in Unindustria, Michelangelo Agrusti, Paolo Candotti, Distretto del Mobile Livenza, Aldo Comelli, Sezione Legno Arredo Unindustria e Luca Penna, direttore di ConCentro, Azienda speciale di CCIAA.
I NUMERI
Giovanni Pavan ha spiegato che «in provincia di Pordenone sono insediate 390 imprese che operano nella produzione mentre altre 250 occupano il segmento della subfornitura», dato che ci colloca al 17° posto nel ranking nazionale e al 4° nel rapporto fra imprese di settore sul totale delle aziende attive (16,22 al 31.12.2015) alle spalle di Como, Monza - Brianza e Pesaro - Urbino.
Quanto agli addetti, il 58% delle imprese ne conta un numero inferiore alle 10 unità, il 33% inferiore a 50 e il rimanente 10% è di dimensioni medio - grandi (oltre 50 addetti).
Queste ultime appartengono alla categoria che ha subito la crisi con maggiore intensità (numerosità calata del 37% dal 2009 al 2015 contro il 16% di piccole imprese e 20% di micro imprese). In ordine alla forma giuridica, sono soprattutto le società di persone ad aver subito la flessione più evidente (-31%) seguite da quelle individuali ( -21%) e dalle società di capitali (-15,5%), sempre tra il 2009 e il 2015.
«Quindi, così come in altre aree d’Italia – ha aggiunto il presidente della Camera di Commercio - anche nel Pordenonese il settore è stato duramente colpito: da inizio crisi, infatti, il calo totale delle imprese è stato del 21% contro il 18% del dato nazionale. Tra le motivazioni, l’esposizione sui mercati esteri e su quelli esteri di riferimento specifico (Stati Uniti e Russia) oltreché sulla contrazione della domanda interna europea e nazionale. Questa débâcle ha imposto rapidi cambi di paradigma organizzativo con conseguente riduzione del numero di imprese stesse e degli occupati».
Dai dati dell'indagine congiunturale di Unioncamere Fvg emerge che l'andamento del settore è in ripresa dalla fine del 2013, con rilevanti incrementi della produzione, dell’occupazione e del fatturato (variazioni tendenziali trimestrali del periodo costantemente superiori al +7%).
Gli incrementi massimi sono stati osservati nel terzo trimestre 2014 con la produzione al +15,5% rispetto allo stesso periodo del 2013 e occupazione e fatturato al +10,1%.
Nel 2015 l’incremento delle esportazioni è stato del 5,9% nel confronto tendenziale col 2014, quando l’aumento si era attestato al 9,7%.
Dal 2013 la performance è stata superiore al dato nazionale, con 16,2 punti percentuali contro i 10 del valore medio italiano.
Segni positivi, quindi, dopo la pesante contrazione dell’export che oggi rappresenta il 7,4% del totale nazionale e il 52,5% di quello regionale.
Buono, conseguentemente, anche il saldo della bilancia commerciale estera, al 3° posto in Italia, positiva per 670 milioni di euro dietro solo a Treviso e Monza - Brianza.
Giova ricordare che il Distretto del mobile Treviso/Pordenone rappresenta da solo il 30,7% dell’interscambio complessivo nazionale, il più grande cluster europeo nella produzione di mobili.
Se quindi consideriamo il solo dato di export, Pordenone è al quarto posto nella graduatoria nazionale superata da Como che, però, annovera un valore cinque volte più alto di importazione di mobili rispetto alla Destra Tagliamento.
È bene sottolineare al proposito che la Destra Tagliamento vanta il dato più modesto di import tra tutte le province top-ten nazionali, segno concreto dell’impegno per garantire il Made in Italy delle produzioni.
Ancora l’export a fare la parte del leone: le imprese pordenonesi sono nella top-ten esportatrice per livello pro-capite (calcolato sul numero complessivo) con poco più di 1,7 milioni di euro ad azienda contro il milione e mezzo delle aziende trevigiane, a confermare l’alta propensione al processo di internazionalizzazione della Destra Tagliamento rispetto al contesto nazionale.
LE DICHIARAZIONI.
«Porto l’esempio dell’Istituto del legno di Brugnera che conosce una nuova primavera grazie alla linfa portata dai dirigenti ma anche per una condizione generale di ripresa d’attenzione verso questo settore. In cui Pordenone gioca una posizione di assoluta leadership in Italia, il nostro è un ruolo trainante per l’economia del Friuli Venezia Giulia che spesso viene ignorato perché confuso dentro una marea di dati, quasi come se la zona del mobile vivesse una crisi infinita, un’inerzia verso un decadimento inevitabile - è stata la dichiarazione di Michelangelo Agrusti -. Ci siamo attrezzati per vivere in questo mondo complicato dimostrando di saperlo fare con successo. Qualche esempio? Friul Intagli, che dal punto di vista occupazione è la prima della provincia e Kronospan che ha deciso di investire in zona Industriale Ponterosso perché ha trovato un ecosistema industriale d’eccellenza. Il settore è andato verso un consolidamento, il Distretto del Mobile resta forza propulsiva dell’economia del Friuli Venezia Giulia grazie alla capacità degli imprenditori di affrontare un tempo drammatico. E tutto il sistema che ruota attorno al legno arredo ha avuto un avanzamento: penso al successo del Sicam, di Samulegno e penso anche al successo della Fiera nella sua capacità di aiutare tutto l’export del segmento»
«Buoni risultati dal settore - sostiene Aldo Comelli -. Crediamo che l’operazione Valitalia, ossia la vendita on line di mobili sotto l’egida di un unico marchio, sia la strada giusta e qui stiamo investendo, dobbiamo far decollare questo progetto perché riteniamo che in futuro potrà darci grandi soddisfazioni».
«Le aziende che prendono parte all’edizione 2016 del Salone, di nuovo da record, sono una ventina, di fatturato compreso tra i 2 e i 50 milioni di euro e che hanno avuto tutte, chi più chi meno, la capacità di reagire alla crisi, di riorganizzarsi e di continuare a investire per la crescita, sui nuovi mercati e sull’apertura di nuovi canali distributivi - sottolinea Paolo Candotti -. Sono punte di diamante cresciute in alcuni casi anche del 20, 25%, un dato che conferma che anche lo scorso anno è stato particolarmente positivo per il Distretto. E’ indubbio che il saldo dentro il periodo dei sette anni di crisi è ancora negativo. Più colpite le imprese con un mercato domestico, chi ha invece operato all’estero ne ha sofferto in maniera minore».
Candotti ha concluso spiegando anche che «si è creato, in occasione del Salone, un legame molto positivo tra l’Istituto professionale di Brugnera, le aziende e il Salone stesso».
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