Il nuovo numero di Nordest Economia in edicola solo martedì 19 gennaio: il mattone riparte

Gli incentivi fiscali pronti ad accendere la  ripresa. Aspettative e dubbi di committenti, imprese e immobiliaristi  nel nuovo numero tematico del mensile Nordest Economia

Le costruzioni sono state uno dei settori più colpiti dall’ultimo lockdown. Ma oggi, mentre anche il Nordest è sotto la minaccia della seconda ondata della pandemia e timoroso della terza, il clima è cambiato. Nonostante tutto. Le aspettative sono alte in particolare nel mondo dell’edilizia privata e dell’immobiliare, molto più che negli appalti pubblici.

E il motivo principale è l’incentivo fiscale che sta dando nuove speranze a tutte le componenti della filiera, dagli immobiliaristi, ai proprietari di case e di appartamenti in condominio, alle imprese costruttrici grandi e piccole: si parla del Superbonus del 110%, strumento complesso ma che promette, anche grazie allo sconto da parte delle banche, importanti ritorni ai privati che vogliano ristrutturare casa secondo i dettami dell’efficienza energetica.

Se ne occupa il mensile Nordest Economia nel numero in allegato con il nostro giornale martedì prossimo. Le imprese vedono nel nuovo incentivo un potenziale ponte verso l’uscita dalla crisi. Con molti distinguo.

«Sulla carta l’idea è valida – afferma il presidente dell’Ance del Friuli Venezia Giulia Roberto Contessi – la legge precedente prevedeva fondi propri del privato per lavorazioni che oggi sono a costo zero. E ragionando in un’ottica post Covid l’iniziativa ha ancora più valore, perché la crisi post pandemia non è ancora palpabile, vedremo gli effetti nei prossimi mesi. In pratica è tutto meno semplice di quanto sembra, ci sono troppe circolari attuative, una ragnatela di dubbi per le imprese e per chi deve erogare i fondi».

Potenzialmente l’impatto della misura è importante, tanto più che si somma ad altri incentivi come fra gli altri il bonus facciate il bonus ristrutturazioni o il sismabonus.

Come afferma Paolo Ghiotti, presidente dell’Ance del Veneto, «c’è un clima di fiducia e gli effetti si potranno misurare già dalla prossima primavera. Il quadro che abbiamo, ad oggi, ci dice che il Veneto ad esempio ha 1,1 milioni di unità abitative e l’80% ha un’età avanzata e necessità quindi di interventi rilevanti». Le aspettative si innestano nello scenario di profondo cambiamento innescato dall’emergenza sanitaria.

È cambiato il modo di lavorare, con lo smart working, ma anche il modo in cui si percepisce la propria abitazione. I confini fra il tempo libero e il lavoro si fanno più sfumati, cambia il rapporto fra centri cittadini (svuotati dalla pandemia) e periferie e hinterland.

Insomma il lockdown ha determinato una percezione diversa del luogo in cui si sta, visto che in questi mesi è stato anche il luogo principale in cui si è vissuto: per cui attenzione al benessere, ma anche alla sostenibilità e alle tecnologie. E questa valutazione impatta anche sul modello di business delle imprese di costruzioni.

Ecco quindi i binari lungo i quali cerca di muoversi la possibile ripresa del mattone. Che ancora può beneficiare di quotazioni storicamente basse e di tassi di interesse ai minimi storici. Insieme agli incentivi, un mix di opportunità che gli addetti ai lavori cercheranno di non farsi scappare. —

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