Il Premio Masi da Verona a cinque interpreti della sostenbilità
VERONA. Probabilmente non basteranno il sorriso e gli “interventi chiari e pacati” di Ilaria Capua per far affrontare agli italiani “con più serenità i difficili mesi della pandemia”, come recita la motivazione del Premio Masi, consegnato Alla celebre virologa. Anche perché ha affermato nel corso della diretta che “ne verremo fuori sicuramente, dopo l’inverno”.
Ma certamente aver riconosciuto il valore e l’importanza del lavoro della scienziata e della ricerca scientifica in generale è un’ottima mossa di Sandro Boscaini, patron del Premio, giunto alla sua 39° edizione.
Il riconoscimento è andato a cinque interpreti della sostenibilità, nella sua declinazione ambientale, sociale ed economica. Ilaria Capua, appunto, Reinhold Messner e Andrea Rigoni sono infatti i tre vincitori del Premio Masi Civiltà Veneta 2020.
Il Premio Internazionale Civiltà del Vino è stato invece attribuito a Riedel Glass, l’azienda che produce calici nel segno del riciclo del cristallo, mentre è andato al diplomatico italiano Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, il Grosso d’Oro Veneziano, assegnato alla personalità che si è distinta nel campo dei diritti umani e del progresso civile. “Basta con i muri e gli egoismi – ha affermato”.
L’evento, che a causa del coronavirus si è svolto in diretta dalle Cantine Masi in forma digitale, “ha l’ambizione di rappresentare un preciso e forte segnale di resilienza pur dato da un ambito, quello dell’enogastronomia, tra i più colpiti e mortificati dalla situazione” ha dichiarato Il vicepresidente della Fondazione Masi (presidente ne è Isabella Bossi Fedrigotti, che fu premiata per i suoi meriti di scrittrice nel 1995) e presidente di Masi, Sandro Boscaini. “Nell’anno segnato dalla drammatica emergenza planetaria del Covid-19 la nostra decisione di assegnare i Premi non è mai venuta meno, anzi”.
Così i premi “Civiltà veneta” – assegnati a personalità venete per nascita, per famiglia o per adozione - sono andati a una ricercatrice e virologa italiana di fama internazionale, un alpinista dalle straordinarie imprese e difensore della montagna e anche a un imprenditore pioniere della sostenibilità ambientale.
Con queste motivazioni. Ilaria Capua: “Illustre scienziata internazionale, impegnata in prima linea nella ricerca virologica e nella lotta contro l’oscurantismo antiscientifico; i suoi interventi chiari e pacati sono essenziali per affrontare con più serenità i difficili mesi della pandemia.” Reinhold Messner: “Uno dei massimi alpinisti mondiali, vero cittadino del mondo, non ha mai disgiunto le sue straordinarie imprese da un impegno instancabile in difesa dell’ambiente sociale, culturale e paesaggistico della montagna, rifiutando ogni etnocentrismo e settarismo.” Andrea Rigoni: ““Imprenditore di successo e pioniere tra gli industriali nella scelta del biologico, ha indirizzato la sua azienda verso un cammino globale di sviluppo sostenibile nel segno dell’attenzione per la salubrità del prodotto e per l’ambiente, mantenendo saldo il legame profondo con Asiago, suo territorio di origine.”
La professoressa Capua ha voluto dedicare il Premio a due veronesi: Giuseppe Cornaglia, professore di microbiologia recentemente scomparso che provò a portarla Verona anni fa, e a Laura Donati, giudice del Tribunale penale da lei definita “donna coraggiosa”. Messner ha ricordato le sue radici bellunesi grazie al nonno materno e Rigoni ha raccontato la sua attenzione all’ambiente fin da bambino.
E proprio Rigoni ha confermato a Nordest Economia che il successo continua. “Dovremmo chiudere l’anno con un aumento percentuale a due cifre, anche grazie ad un mercato in crescita – racconta il numero uno di Rigoni di Asiago. Siamo leader nel biologico grazie ad una particolare attenzione alla sostenibilità, a partire già dal 1985. Aumentiamo le quote nei tre settori in cui ci muoviamo e ad abbiamo il 20% del mercato delle confetture, l’8% del miele ed il 6% delle creme spalmabili”. Proprio queste ultime sono prodotte anche a Verona, nello stabilimento di Albaredo d’Adige che – confida Rigoni: “prossimamente sarà interessato da un ampliamento”.
Masi Agricola ha archiviato il 2019 con ben 65 milioni di euro di fatturato, ma ha chiuso in perdita il primo semestre 2020. Una circostanza che ha fatto dichiarare a Boscaini: «Per la prima volta da quando mi occupo di Masi, ancora prima di esserne Presidente, avendo iniziato negli Anni ’60, abbiamo una chiusura con un risultato netto negativo. E’ la diretta conseguenza della pandemia che abbiamo vissuto e che ancora continua. Il settore vinicolo, e in particolare il segmento dei vini premium, ne è stato significativamente toccato per il progressivo espandersi dell’emergenza sanitaria e con essa delle misure di contenimento del contagio. Il danno per un’azienda come la nostra è rilevante, essendo infatti colpiti i canali di distribuzione e i segmenti di prodotto più elevati, dove il nostro marchio è collocato.”
La cerimonia si è comunque conclusa con un brindisi a base di Amarone, a festeggiare idealmente quaranta anni di Premio Masi.
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