Il rifugio di Zonin è in Friuli, vicino ad Aquileia

L’ex presidente della Popolare di Vicenza va a messa e al prete dice: sono preoccupato. La villa color giallo ocra, immersa nei vigneti della tenuta Ca’ Vescovo, è stata trasformata in una specie di fortino

TERZO D'AQUILEIA. La villa color giallo ocra, immersa nei vigneti della tenuta Ca’ Vescovo, è stata trasformata in una specie di fortino. Telecamere dappertutto, vetrate anti proiettile, la siepe che la circonda alta quattro metri: questo il racconto di chi l’ha vista, nelle settimane febbrili del restauro.
Dentro una rinfrescata alle pareti e il rinnovo di mobili, elettrodomestici e suppellettili. L’erba del giardino appena tagliata, il cancelletto lasciato aperto.


E’ qui nella Bassa friulana il “rifugio” di Gianni Zonin, l’ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, indagato dalla Procura per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. Prima osannato, incensato, applaudito per la sua straordinaria storia di successo.


Poi, quando l’istituto ha fatto crac e ha polverizzato i risparmi di 119 mila soci, bruciando la bellezza di 7 miliardi di euro, è diventato il capro espiatorio di tutti i mali del mondo. E’ sparito dai radar da mesi, una volta lasciata la sua dimora di Gambellara, in provincia di Vicenza, nei momenti più “caldi” delle assemblee dei soci della banca, con la gente pronta a manifestare davanti a casa sua.

E dopo che una sera, come riportato perfino dal “New York Times”, i proprietari lo avevano invitato a lasciare uno dei ristoranti Vip della città del Palladio: lui da potente assoluto diventato paria in un battere di ciglia. E così lo davano per sicuro in Oregon, nelle tenute di famiglie del Far West americano. O in Sudafrica, o in Argentina, in altri possedimenti nelle sue disponibilità.


Invece il buen retiro di Zonin è nel cuore del Friuli a due passi dalla laguna di Grado e dal campanile romanico di Aquileia, che si staglia all’orizzonte e da Ca’ Vescovo sembra di toccarlo, tanto è vicino.
Una sistemazione che pare possa diventare permanente, secondo quanto avrebbe confidato lo stesso Zonin ad alcune persone del posto. Qua la tranquillità e la riservatezza sono assolute. E poi a un tiro di schioppo c’è la “sua” riserva di caccia, una sorta di “parco giochi” per l’ex banchiere. Un posto dove ama trascorrere le mattinate, a caccia di caprioli e cinghiali.

L’imprenditore, quando è a Terzo di Aquileia, fa vita ritirata, ma la domenica mattina non manca alla messa. Ci arriva in compagnia della moglie o da solo, con la Bmw blu guidata dall’autista. Un cappello in testa per evitare sguardi curiosi, anche se qui pare che in pochi lo abbiano riconosciuto in questi mesi di frequentazione. Qualche settimana fa, dopo la funzione, ha voluto incontrare il parroco, don Pino.


Un faccia a faccia di pochi minuti, in canonica. «Sono preoccupato per quanto sta accadendo alla banca», ha detto Zonin al religioso. E poi via di nuovo sulla Bmw verso la villa. In attesa di trasferirsi definitivamente.

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