Il sole, vera energia del mondo: il fotovoltaico destinato a un forte sviluppo
TRENTO. Ambiente e crescita, tema di questa edizione del Festival dell’Economia, si conciliano alla perfezione con le fonti rinnovabili e i loro modelli energetici. Lo hanno sostenuto con decisione gli ospiti all’incontro dal titolo “Il sole, vera energia del mondo”.
Coordinati da Paola Pica, sono intervenuti Valeria Termini (professoressa ordinaria di Economia politica all’Università Roma Tre), Diego Percopo (amministratore delegato di EF Solare Italia) ed Edoardo Zanchini (vicepresidente nazionale di Legambiente). In un periodo storico segnato dalla transizione energetica verso un modello basato sulle fonti rinnovabili, il pianeta scopre potenzialità e sviluppi dell’energia solare.
Le fonti rinnovabili contribuiscono sia alla salvaguardia dell’ambiente che alla crescita economica dei paesi. È stata questa la stella polare che ha guidato l’appuntamento di questo pomeriggio sulla vera energia del mondo: il sole.
Ad aprire il dibattito è stata Valeria Termini, una delle massime esperte di energia in Italia. La coordinatrice dell’incontro Paola Pica ha posto la domanda chiave: stiamo veramente abbandonando il secolo del petrolio?
“Stiamo attraversando un periodo di transizione - ha affermato Valeria Termini - è un fatto epocale, si tratta della terza trasformazione energetica che ha trasformato l’umanità, dopo l’avvento del carbone e del petrolio. Quella a cui stiamo assistendo è una transizione verso un nuovo modello energetico che combina l’uso delle fonti rinnovabili con la rivoluzione digitale e il supporto del green gas. Il petrolio rimane un’importante fonte di energia, perché le transizioni durano molti anni. Questa è partita negli anni ’70, quando si è intuito la vulnerabilità economica del petrolio e il danno causato dalle emissioni di Co2”.
Valeria Termini spiega come le fonti rinnovabili abbiamo dimostrato una resilienza superiore rispetto alle altre fonti in seguito allo scoppio della pandemia da coronavirus, il che è un segnale positivo della tenuta del sistema delle fonti rinnovabili. “Attenzione, però - ammonisce Termini - dopo la pandemia si è visto che le emissioni sono crollate, ma allo stesso tempo sono crollati anche reddito e occupazione. Quindi la crescita che ricerchiamo deve essere sostenibile”.
Come in ogni cambiamento anche questa transizione presenta delle criticità (la professoressa cita il caso delle auto elettriche e la realizzazione delle batterie), ma questo modello ha il pregio di essere più democratico, riducendo ad esempio le entrate del petrolio che finiscono nelle tasche degli sceicchi, togliendo molto potere alle autocrazie locali.
Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, ha parlato delle comunità energetiche: un territorio autosufficiente sotto il profilo energetico dove cittadini, imprese o enti pubblici si associano volontariamente per produrre e scambiare energia, partecipando alla gestione di impianti di produzione e rete di distribuzione. “Sono un’innovazione enorme. Le norme energetiche nel nostro paese stanno cambiando, grazie alla nuova direttiva europea che invita più soggetti a mettersi assieme creando comunità, producendo energia e distribuendola. In questo modo si mettono assieme fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Si tratta di un modello distribuito, che mette al centro il territorio, ed è molto più democratico”.
Zanchini parla poi dell’applicazione del fotovoltaico in agricoltura, “una sfida che la transizione ci pone”, affermando come nei prossimi anni le installazioni dei pannelli solari dovranno quadruplicare, per raggiungere l’obiettivo di avere una produzione energetica proveniente da fonte rinnovabili superiore al 50% entro il 2030. “Servono regole chiare su dove realizzare questi impianti e capire che bisogna puntare sulla distribuzione di risorse per incentivarne la realizzazione” ha concluso il vicepresidente di Legambiente.
Diego Percopo, amministratore delegato di EF Solare Italia, ha spiegato in cosa consiste il lavoro della sua azienda. “Produciamo e vendiamo energia elettrica proveniente da fonti solari, operando in un settore che ha un potenziale di investimento enorme. L’Italia deve fare delle scelte molto coraggiose: dobbiamo investire su un’educazione culturale e civica verso le fonti rinnovabili, visto che su questo settore c’è ancora diffidenza. Dobbiamo superare l’immobilismo della pubblica amministrazione e porre l’attenzione sul tema delle autonomie delle regioni e delle loro responsabilità”.
Quanto spazio serve per l’installazione dei pannelli solari? “Serve uno spazio sempre più piccolo rispetto al passato – ha spiegato Percopo - una decina di anni fa avevamo dei pannelli che producevano 200 watt. Oggi, a parità di superficie occupata, abbiamo una potenza pari a 500 watt. Il problema rimane dove posizionarli, però abbiamo tante superfici utilizzabili e quindi la soluzione è dietro l’angolo”.
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