Il Tar del Lazio cancella il verdetto Anac: D’Agostino torna alla presidenza del Porto di Trieste
TRIESTE Da stamattina Zeno D’Agostino torna nuovamente e a pieno titolo alla guida dell’Autorità portuale . Ieri il Tar del Lazio ha deciso di non limitarsi alla pronuncia sulla sospensiva, ma ha direttamente accolto nel merito il ricorso contro la decisione dell’Anac, che a inizio giugno aveva stabilito l’inconferibilità della presidenza assunta da D’Agostino nel 2016.
L’Anticorruzione valuterà se ricorrere al Consiglio di Stato, ma la sentenza cancella la decadenza decisa dall’Anac, secondo cui il manager veronese non avrebbe potuto essere designato perché già presidente di Trieste terminal passeggeri. Un’interpretazione della legge Severino che la magistratura ha bocciato ma che la maggioranza giallorossa intende ora modificare comunque in Parlamento per evitare nuove applicazioni distorsive.
Dopo la doccia fredda e la mobilitazione trasversale della città e della politica, D’Agostino torna al suo posto, con l’amarezza di non aver vissuto da protagonista la firma dell’Accordo di programma per la riconversione della Ferriera di Servola e il rogito con cui l’Ungheria ha confermato la futura apertura di un terminal portuale a Trieste. Intercettato in montagna, dove sta trascorrendo un periodo di vacanze forzate, D’Agostino annuncia che «il ministro De Micheli ha firmato l’atto che mi permette di tornare alla presidenza. Ringrazio il ministero, la Regione e tutta la politica, che mi hanno aiutato in questo periodo. Era un mese che guardavo dalla finestra e ora si torna a lavorare con entusiasmo. Sono felice».
D’Agostino potrà ora anche giocarsi la partita della presidenza di Espo, associazione di categoria dei porti europei, di cui è già vicepresidente: «Ho comunicato la mia riabilitazione e confermato la disponibilità», dice il manager, che nei prossimi mesi dovrà sciogliere l’incognita sulla disponibilità al secondo mandato (la scadenza è prevista a novembre), che i ministri Paola De Micheli e Stefano Patuanelli sembrano intenzionati ad accordare dopo la solidarietà manifestata immediatamente.
«Sono molto contento per Zeno e per Trieste - osserva infatti Patuanelli - anche se nel merito faccio sempre difficoltà a commentare le sentenze. Il Tar conferma ciò che abbiamo subito sottolineato e cioè l’esigenza di un intervento legislativo che chiarisca l’applicazione della Severino in casi analoghi. Ringrazio Mario Sommariva per questo periodo da commissario e ricordo che ci sarà la sua firma sull’Accordo di programma della Ferriera. Ora deve riprendere e proseguire il lavoro del presidente D’Agostino, certamente per più dei cinque mesi dell’attuale mandato».
Per il Tar, nel merito, «il provvedimento con cui è stato conferito l’incarico di presidente dell’Autorità portuale al dottor D’Agostino era senz’altro legittimo». La magistratura amministrativa si è espressa sui ricorsi presentati dall’ente gestore del porto e dallo stesso D’Agostino (appoggiati dal ministero dei Trasporti e dalla Regione), stabilendo il reintegro dello stesso D’Agostino alla presidenza dell’Autorità che nell’ultimo mese è stata guidata dal braccio destro Sommariva nelle vesti di commissario straordinario.
La magistratura ritiene che «l’interpretazione estensiva propugnata dall’Anac non è consentita». A essere accolto è soprattutto il primo degli argomenti presentati dai difensori di D’Agostino, secondo cui l’ente che nomina (il ministero dei Trasporti) è diverso da quello (l’Autorità portuale) che aveva nominato D’Agostino presidente senza poteri di una società partecipata dall’Autorità e cioè la concessionaria Ttp. La Severino scatta solo qualora ci siano un legame diretto e chiari rischi di conflitto di interesse, ma per il Tar «non è contestato, né sarebbe contestabile, che il ministero dei Trasporti non svolga alcuna forma di finanziamento, né abbia poteri regolatori su Trieste terminal passeggeri». Nella sua nota ufficiale, l’Autorità portuale rileva inoltre che per il Tar «non sono stati esercitati poteri gestori dal presidente D’Agostino in Ttp: la sentenza rende giustizia della situazione molto delicata creatasi a seguito della decisione dell’Anac».
«A partire da domani (oggi, ndr) – commenta Sommariva – D’Agostino sarà reintegrato: io decado dal ruolo di commissario e torno felicemente a fare il segretario generale. Siamo sempre stati fiduciosi e la sentenza ristabilisce l’ordine delle cose, cancellando un atto ingiusto nei confronti della persona, del porto e di Trieste. Non è stata una bella vicenda, ma è stata bella la grande solidarietà che Trieste ha espresso».
L’Anac dovrà decidere se ricorrere al Consiglio di Stato, ma la sentenza del Tar boccia la richiesta di danni avanzata dall’Autorità portuale e da D’Agostino permettendo all’Anticorruzione di non essere costretta al secondo grado per evitare di essere passibile di danno erariale. Procede intanto il percorso dell’emendamento “salva Zeno”, che Pd, M5s e Iv vogliono per produrre un’interpretazione autentica della Severino applicabile in casi simili. Una modifica alla norma attuale era stata chiesta dall’Anac stessa, che aveva sollevato i problemi di applicazione della legge, con rischi di conseguenze distorsive.—
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