Il Vintage è laboratorio di manifattura

Torna a settembre il Festival Vintage a Padova ma non è più manifestazione. Il passato guarda al fare artigiano e diventa territorio di sperimentazione per imprese sartoriali a contatto con il consumatore. Modello salone del Mobile

PADOVA. Il Vintage non guarda più al passato ma al futuro. E’ una scommessa futurista, che ha agganci nel nostro immersivo presente, quella lanciata dall’edizione 2016 del Vintage Festival, al San Gaetano dal 9 all’11 settembre prossimo con il nuovo aggettivo "Future".

Icone retrò ma nuovi trend, che funzionano nelle collezioni d’oggi. Archivi a disposizione di aziende, buyer, stilisti e consumatori. Dove si testa a presa diretta il valore del passato: quello che vorremmo che i maestri artigiani tramandassero ai nostri giovani. Quello che gli industriali stanno cercando di portare come formazione tecnica nelle scuole. Quello che ci fa ancora considerare importante il lavoro del sarto o del modellista. Quello che chiamiamo: made in Italy.


Si parte dalla scelta dei trenta espositori:  quest’anno si privilegia l’artigianalità, il fatto a mano. “Siamo alla ricerca di stile attraverso un’attenta proposta di impulsi creativi nell’ambito della moda, del design, della comunicazione” risponde Andrea Tonello, direttore artistico.

Obiettivo del Festival: stabilire nuovi ponti, connessioni tra marchi selezionati e le tendenze contemporanee con nuove partnership culturali e commerciali. E nuovi approcci di consumo per il pubblico: il test fondamentale, alla fine, resta la vendita.


Fino ad oggi il Festival ha firmato partnership con 60 aziende.  Il fil rouge oltre all’artigianalità è l’approccio sostenibile ed etico. Tra queste ci sono: Diesel, il Museo della calzatura della Riviera del Brenta, Rossimoda, il Tabarrificio Veneto, Caffè del doge, birra Antoniana, Proraso, Mini. “E’ una palestra di educazione al prodotto – spiega Tonello – per educare i consumatori con consapevolezza. Vogliamo emozionarli ma anche renderli recettivi a un determinato mercato”.

Il modello resta il Salone del mobile, con il suo fuori Salone. Un modo diverso di “fare fiera”: “Trattiamo un servizio come un prodotto virale, on e off” conferma Tonello.


Nonostante gli oltre 50 mila amici su facebook, l’obiettivo del Festival, chiosa Tonello, resta quello di “accrescere un forte senso di comunità e condivisione dal vivo” senza il filtro dei social network. Moda, comunicazione, design, food culture, km zero, artisti, artigiani, maestri della qualità e imprenditori visionari saranno protagonisti e interpreti.



Quella di settembre sarà la settima edizione. L’ultima si è chiusa a quota 50 mila presenze tra workshop, esposizioni, appuntamenti e fuori festival. Anche quest’anno si rinnova, dopo la fortunata esperienza 2015, lo chic-nic ai Giardini dell’Arena di Padova con un’anteprima già questo 16-17 aprile. Quest’anno media partner ufficiale sarà Radio Deejay che coordinerà la comunicazione del Festival, attraverso reportage, attività di promozione e iniziative all’interno della manifestazione. L’inaugurazione? Al caffè Pedrocchi con il ritorno al caffè di una volta.


Il Festival è ideato e coordinato da un team di giovani professionisti del campo della comunicazione e della
ricerca di stile. Quest’anno l’organizzazione del festival si avvale della collaborazione di Marco Bettiol, Maria Luisa Frisa, Andrea Maragno, Umberto Labozzetta. “Fondamentale l’apporto del Comune di Padova” evidenzia Tonello.

@eleonoravallin
 

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