Imprese più sostenibili per necessità: lo choc energetico spinge la transizione
Lo choc energetico iniziato alla fine del 2021 e aggravato dall’attacco della Russia all’Ucraina ha accelerato gli investimenti delle imprese in energie green. Se ne parla nel numero del mensile Nordest Economia in uscita martedì 19 luglio allegato a Messaggero Veneto, Il Piccolo, Il Mattino di Padova, Corriere delle Alpi e la Nuova di Venezia e Mestre, mercoledì 20 alla Tribuna di Treviso.
PADOVA. In pieno choc energetico il Nordest si scopre più green, e stavolta non sventolando la bandiera della sostenibilità, ma per la concreta reazione del sistema produttivo allo choc energetico degli ultimi mesi.
Se infatti famiglie e nondimeno imprese con le energie “alternative” hanno iniziato a prender confidenza ormai da anni, è in questi ultimi mesi che si è assistito a un’accelerazione evidente, scatenata dallo choc dei prezzi energetici, una fiammata all’insù iniziata nel terzo trimestre dell’anno scorso, che si è poi aggravata quest’anno con l’attacco russo all’Ucraina. Se ne parla nel numero del mensile Nordest Economia in uscita martedì 19 luglio allegato a Messaggero Veneto, Il Piccolo, Il Mattino di Padova, Corriere delle Alpi e la Nuova di Venezia e Mestre, mercoledì 20 alla Tribuna di Treviso.
La constatazione di base è che i prezzi di gas ed elettricità hanno accelerato i programmi d’investimento delle imprese in materia energetica, complice anche la progressiva riduzione dei costi degli impianti, che nel caso del fotovoltaico nell’arco degli ultimi anni si sono contratti del’88 per cento. In questo senso bisogna ragionare anche nell’ottica di un’onda lunga, partita negli anni scorsi e resa evidente dall’emergenza degli ultimi mesi. Ne è convinto il vicepresidente di Confindustria Vicenza, Armido Marana: «Gli investimenti in macchine meno energivore, in motori a basso consumo, in illuminazione a led e in impianti fotovoltaici, che via via stanno andando a coprire i tetti dei nostri capannoni, è iniziata tempo fa e ha visto una discreta accelerazione in questi ultimi anni».
L’emergenza energia però è adesso. In questo contesto è tanto più importante che la transizione energetica sia percepita come il tema dei temi. Così del resto si pronunciano vari esponenti dell’imprenditoria locale, con comportamenti conseguenti che questo numero di Nordest Economia cerca di rappresentare nei suoi punti di forza e di debolezza.
Un po’ del cammino è stato percorso, tanto ne resta davanti. È quanto afferma fra gli altri Katia Da Ros, trevigiana, vicepresidente di Confindustria nazionale con delega alla sostenibilità. La quale pone l’accento sui passi avanti compiuti dalla manifattura: «Molti dei report di sostenibilità delle nostre associazioni – afferma Da Ros nell’intervista contenuta nel mensile – ci consegnano uno spaccato estremamente virtuoso. Ad esempio l’industria chimica ha ridotto le emissioni di gas serra del 62% rispetto al 1990 e migliorato l’efficienza energetica del 46% rispetto al 2000, e sono già in linea con gli obiettivi che l’Unione europea si è posta al 2030».
«Il nostro sistema produttivo – prosegue Da Ros – garantisce già performance elevate in relazione ai principali driver di sostenibilità ambientale. La carenza di materie prime, infatti, ha spinto le nostre imprese a fare dell’efficienza e della circolarità delle risorse una caratteristica imprescindibile».
La raccomandazione dell’imprenditrice in fatto di energia è focalizzata sull’innovazione: «Lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia è essenziale per traguardare gli obiettivi di sostenibilità, ma perché ciò avvenga dobbiamo fare in modo che queste tecnologie vengano implementate direttamente nel nostro Paese e dalla nostra industria con filiere endogene. Essenziali – conclude Da Ros – possono essere misure agevolative ad hoc per importanti progetti di interesse nazionale».
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