A Mep il controllo di Promostar: «Così siamo ancora più globali»
L’azienda di Reana del Rojale, controllata dal fondo Wise Equity, sale al 70% della società di Buja portando i ricavi di gruppo a quota 120 milioni di euro

Un gruppo sempre più globale. Presente in modo capillare sui mercati internazionali, oggi in misura ancor maggiore grazie a un’operazione straordinaria che vede MEP salire dal 19% al 70% del capitale di Promostar.
Il gruppo di Reana del Rojale, che dall’inizio del 2024 è controllato dal fondo Wise Equity, ha finalizzato ieri l’operazione che lo porta a detenere la quota di maggioranza dell’azienda bujese.
Una partnership strategica sotto diversi punti di vista come ieri ha spiegato, a margine del closing, l’Ad di MEP, Paolo Schneider Savio: «Ci consente non solo di incrementare il fatturato, che tra le due aziende si attesta a 120 milioni di euro, ma anche di ampliare la nostra offerta tecnologica di prodotto, grazie alle competenze specialistiche di Promostar, di rafforzarci sui mercati internazionali e di ottimizzare la gestione della supply chain, non solo in termini di prezzo, ma di qualità delle forniture».

Fondata nel 1966, MEP è leader mondiale nella produzione di macchinari per la lavorazione del tondo d’acciaio utilizzato nelle armature da cemento armato e realizza quasi il 90% del suo giro d’affari all’estero dov’è presente in oltre 70 Paesi, diversi dei quali presidiati con filiali sia commerciali che tecniche. «Ne contiamo in Brasile, Stati Uniti, Francia, Polonia, Spagna, Corea del Sud e abbiamo un rapporto strutturato con un’agenzia australiana» il general manager di MEP, Christian Leschiutta.
Il gruppo, che oggi dà lavoro complessivamente a 315 persone, ha nella capillarità sui territori il suo biglietto da visita, oggi decisiva considerato il magmatico contesto geopolitico e macroeconomico.
Tornando a Promostar, l’azienda, nata nel 2004 ereditando dalla Pittini impianti il know how e le tecnologie, è specializzata nella produzione di impianti per la lavorazione a freddo del filo d’acciaio e della vergella. Come MEP, ha un forte posizionamento internazionale: serve molti dei principali gruppi siderurgici internazionali.
Come detto, i vantaggi dell’operazione straordinaria sono reciproci. Il gruppo MEP rafforza la propria presenza nel settore dei macchinari critici nella filiera del cemento armato per le infrastrutture e le costruzioni, ampliando la sua offerta prodotti. Promostar, da parte sua, potrà accelerare la propria penetrazione su nuovi mercati, avvalersi delle capacità commerciali di MEP e veicolare la propria offerta su un portafoglio clienti vasto e globale.

«Si tratta di un passo significativo nella nostra strategia di crescita e innovazione» aggiunge Schneider Savio. Rilancia l’Ad di Promostar, Sandro Miconi: «Crediamo nel progetto che il management di MEP sta portando avanti e siamo certi che le nostre competenze contribuiranno a posizionare tutto il gruppo ancora più all’avanguardia nel nostro settore, con gli occhi sempre aperti verso nuovi mercati da servire». Soddisfazione è stata espressa infine da Alessio Riccioni, Principal di Wise Equity, che ha seguito l’operazione con Edoardo Vaghi, Investment Manager, con il supporto del Senior Partner, Fabrizio Medea: «Siamo davvero orgogliosi dell’ingresso di Promostar nel gruppo MEP, che potrà beneficiare di un’esperienza ultradecennale nel mercato di riferimento».
L’operazione rappresenta il primo investimento di MEP dall’ingresso di Wise Equity come azionista di maggioranza (il fondo detiene circa il 70% del capitale sociale, mentre il restante 30% è rimasto nelle mani del presidente Giorgio Del Fabro e dei top manager). Un primo investimento che non sembra destinato a restare tale a lungo.
«Si tratta di una partnership strategica – conferma l’Ad di MEP – e ce ne sono altre che attualmente stiamo approfondendo, in questo caso non in Italia ma all’estero». L’obiettivo del gruppo, del resto, è quello di confermarsi sempre più come player internazionale, per garantire ai clienti la prossimità e affrontare le fluttuazioni di un mercato globale che oggi, più che mai, offre scarsa visibilità.
Allo sguardo internazionale, MEP affianca – e Schneider Savio tiene a sottolinearlo – anche una forte dimensione locale che si declina sia in una rinnovata attenzione per i dipendenti con misure di welfare e importanti pacchetti di formazione, sia con un forte sostegno alle varie espressioni sociali del territorio.
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