Abs entra nella nutraceutica, alghe per “mangiare” anidride carbonica

L’impianto sta sorgendo a Cargnacco, davanti allo stabilimento QWR: sarà alimentato dal calore dei forni. Stanziati nuovi investimenti in sostenibilità

Elena Del Giudice

UDINE. Obiettivo sostenibilità per Abs che punta a tradurre in fatti il “green steel”, l’acciaio verde, riducendo emissioni, scarti di lavorazioni, consumi.

Ma su quali direttrice si incrociano la siderurgia con la nutriceutica, settore in cui Abs, per l’appunto, si appresta ad entrare? In una parola: microalghe. All’evento inaugurale del nuovo impianto di laminazione, la vicepresidente Anna Mareschi Danieli ha spiegato: «La produzione di microalghe utilizzando la CO2 può ridurre le emissioni in modo più efficace rispetto alla piantagione di alberi». Abs, dal canto suo, ha rifiuti termici, residui del processo produttivo, che non vengono recuperati, ed emissioni di CO2.

Questo surplus di calore e l’anidride carbonica necessaria alla fotosintesi clorofilliana possono utilmente andare ad alimentare un impianto - che sta sorgendo proprio nell’area antistante allo stabilimento di Cargnacco - nel quale verrà prodotta l’alga Spirulina, recuperando così i rifiuti termici del processo siderurgico e destinando l’anidride carbonica alla fotosintesi della clorofilla. L’impianto sfrutta inoltre la luce solare durante il giorno mentre dei Led che emettono radiazioni della lunghezza d’onda desiderata, di notte. La stima, rispetto al recupero di CO2, è di oltre 30 tonnellate l’anno.

Il progetto è stato messo a punto da Danieli con Abs e uno spin-off dell’Università di Firenze. Il vantaggio per un’azienda siderurgica che “paga” le emissioni di CO2 «con un costo destinato ad aumentare in maniera significativa nei prossimi anni - spiega Stefano Scolari, ad di Abs - sta nella riduzione di queste emissioni, che oltre ad essere un obiettivo legato in generale alla tutela dell’ambiente, diventa fattore di competitività».

Sul fronte sostenibilità, Abs ha sviluppato nel corso degli anni soluzioni tecnologiche tali da ridurre sensibilmente i consumi di gas ed energia elettrica, ma anche acqua con il processo produttivo che ne prevede il reimpiego.

«Da molti anni ricicliamo gli scarti di lavorazione - spiega l’amministratore delegato -, come la scoria dei forni, che viene trattata per essere trasformata all’interno del nostro impianto Global Blue in granella per la produzione di asfalto».

E l’impegno continua. «Stiamo lavorando a nuovi progetti - ancora Scolari - che ci consentano di utilizzare, oltre al rottame ferroso, altro materiale riciclabile», un esempio è la sostituzione dell’antracite con plastica riciclata all’interno dei forni.

Altra sfida il recupero delle polveri di zinco «che oggi smaltiamo e sono un costo: abbiamo un progetto innovativo per trattarle internamente recuperando zinco che potremo rivendere», ancora l’ad.

Sostenibilità che diventa efficienza, più che mai necessaria per essere competitivi in un mercato complesso come quello dell’acciaio che oggi esprime «una domanda robusta - conferma Scolari - e che sconta la carenza di materia prima (nel caso di Abs il rottame ferroso) in cui prezzi corrono al rialzo, aumentati del 50% in sei mesi, e che vede questi materiali esportati dall’Europa verso altre destinazioni. Tema da affrontare - conclude l’amministratore delegato - con l’Unione Europea». —

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