Acciaio, il gruppo Danieli vince la campagna di Russia
L’ambasciatore italiano in Russia Pasquale Terracciano è raggiante. È italiana, per la precisione friulana, la prima grande commessa di tecnologia siderurgica green di nuovissima generazione in Russia. Un impianto a forno elettrico senza l’utilizzo di carbone per produrre grandi quantità di acciaio di elevata qualità per varie applicazioni. Di questo tipo ad oggi non ne esistono né in Europa né in USA. Una tecnologia pronta per l’utilizzo dell’idrogeno, per ridurre a zero le emissioni di Co2.
La commessa l’ha vinta Danieli, sede a Buttrio vicino a Udine, tra i due produttori di grandi impianti siderurgici tra i più avanzati al mondo, e leader indiscusso nei mercati degli ex paesi sovietici.
Protagonista del balzo in Russia è l’ingegnere Antonello Colussi, presidente di Danieli Russia Guida l’espansione del gruppo friulano in Russia, che con 70 milioni di tonnellate di acciaio (dati 2019) è il quinto paese produttore al mondo. Colussi conosce bene il paese, vivendoci da anni e parlandone perfettamente la lingua. Una scommessa innanzitutto culturale in Russia, che nel corso degli anni è diventata anche una scommessa industriale vincente.
In questo importante mercato nel 2019 la Danieli si è aggiudicata ben 11 gare su 13 di impianti siderurgici per vari gruppi dell’acciaio, sbaragliando l'agguerrita competizione tedesca e giapponese. E nel corso del 2020, nonostante il rilevante calo di produzione causato dalle incertezze economiche globali per la pandemia Covid, la performance in Russia di Danieli è continuata con 5 commesse vinte su 8.
L'ultima è appunto quella per OMK, produttore di tubature, valvole, molle per veicoli e ruote di treni. Valore pari a 430 milioni di euro per le tecnologie Danieli, su un totale di 1,5 miliardi di euro di investimento da parte del gruppo russo.
Contratto firmato il 1 settembre 2020 al 40esimo piano di uno dei moderni grattacieli del centro direzionale Moscow City della capitale russa, sede del Ministero dell’Industria e del Commercio. Presenti: il proprietario del gruppo OMK Anatoly Sedykh, il presidente di Danieli Russia Antonello Colussi, il ministro russo padrone di casa Denis Manturov, il governatore Gleb Nikin della regione di Nizny Novgorod dove sorge l’impianto industriale interessato, e l’ambasciatore italiano in Russia Pasquale Terraciano.
Antonello Colussi vede positivo per il futuro. “In Russia investimenti importanti sono in corso nelle acciaierie primarie e nei forni elettrici. Nei prossimi cinque anni si prevede una crescita media annuale della domanda interna del 4% per i prodotti piani, dove vari gruppi siderurgici stanno investendo in nuovi impianti o ammodernando quelli esistenti. In aumento costante è anche la domanda di tubi e ruote, settori in cui anche nuovi produttori stanno entrando nel mercato. Mentre invece non dovrebbe crescere la domanda di prodotti lunghi, in particolare quelli commerciali, dove attualmente c’è anzi un eccesso di capacità produttiva”.
Materie prime, siderurgia e metallurgia: un connubio importante in Russia.
“La Russia è autosufficiente come risorse di minerale ferroso e carbone: questo ha storicamente permesso la realizzazione di grossi centri produttivi, con alte competenze specifiche che oggi sono tra i principali produttori al mondo. L’attività di estrazione e lavorazione è molto importante nell’economia russa, aperta regolarmente anche agli investitori stranieri. Per esempio il gruppo italiano Coeclerici estrae carbone pregiato in Siberia nella regione di Kemerovo, e lo esporta ai produttori di acciaio asiatici ed europei.”
Questo nuovo impianto green senza carbone sposterà gli equilibri nella siderurgia?
“Probabilmente si andrà sempre più verso la riduzione diretta, visti i benefici. Molti gruppi siderurgici russi si stavano già orientando in questa direzione. OMK ha fatto il passo per prima, e ne trarrà beneficio. Del resto il governo russo supporta con misure importanti le innovazioni industriali, ad esempio tramite l’inserimento in speciali programmi, che prevedono riduzioni fiscali”.
La trattativa è stata complicata?
“No! Parlando il russo mi sono difeso bene. Ho fatto la spola tra gli uffici OMK di Mosca e la fabbrica a Nizny Novgorod, che è un distretto metallurgico di primaria importanza dove Danieli ha la sua officina a Dzerdzhink”.
La forte presenza di Danieli nel mercato russo comporta anche un forte investimento dell’azienda.
“Ovviamente questi risultati non sarebbero possibili senza l’investimento degli azionisti del gruppo Danieli, che hanno sempre creduto molto nello sviluppo delle competenze locali e ci hanno supportato continuamente. Abbiamo organizzato la nostra squadra con competenze specifiche per i vari ambiti dell’industria siderurgica. Il nostro team si divide tra la sede italiana, con specialisti del settore sia italiani sia russi, e la squadra in Russia, che gestisce i progetti a fianco del cliente, che ci ha permesso di cambiare radicalmente la nostra presenza in questo mercato negli ultimi 5 anni. Avremo oltre 1000 persone coinvolte per almeno 4 anni in tutte le aree: progettazione, software, acquisti, produzione, logistica, supervisioni ed avviamenti presso il cantiere. Particolarmente importante è l’automazione: la nostra divisione Danieli Automation è la principale protagonista anche in Russia, dove abbiamo investito in un centro di eccellenza per lo sviluppo dell’industria 4.0.”
Data la sue esperienze cinesi negli scorsi 15 anni può fare un paragone tra le produzioni e il mercato in Russia e in Cina?
“La produzione di acciaio annua cinese è circa 10 volte superiore a quella russa, non è semplice quindi fare dei paragoni. Vi sono comunque analogie importanti. In entrambe le economie l’industria metallurgica da almeno un secolo è un’asse portante dello sviluppo. La cultura metallurgica è fortemente radicata in scuole di specializzazione e istituzioni, e le competenze in materia sono ampiamente diffuse. Tra Russia e Cina nel settore dell’acciaio ci sono importanti collaborazioni commerciali e di sviluppo tecnologico, in analogia a quanto avviene per materie prime, finanza etc. Il forum economico internazionale annuale di Vladivostok è certamente un esempio del dialogo approfondito tra le due economie.”
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