Accordo con le banche Breton cerca la strada per uscire dalla crisi
Operazione di rifinanziamento con il supporto della Sace. L’anno scorso cassa integrazione e taglio di 200 dipendenti
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Breton rifinanzia il proprio indebitamento finanziario a medio-lungo termine grazie al supporto delle banche e di Sace. Obiettivo: consolidare la struttura patrimoniale dell’azienda e creare le condizioni per l'attuazione del piano strategico di sviluppo 2025-2029.
La società di Castello di Godego, attiva nella produzione di macchinari e impianti per la lavorazione della pietra naturale e di impianti per la fabbricazione della pietra composita, da tempo è in difficoltà. La scorsa estate ha annunciato la procedura di crisi con 200 esuberi (su oltre 800 dipendenti). L’operazione di rifinanziamento, di cui non è stato reso noto l’ammontare, consentirà ora a Breton di proseguire il proprio percorso di rilancio, basato – dice una nota – su una nuova allocazione delle risorse, razionalizzazione delle Business Unit e miglioramento dell’efficienza gestionale. «Il sostegno ricevuto dagli istituti finanziari per la ripianificazione del debito a medio-lungo termine - spiega l’ingegnere Luca Toncelli, presidente di Breton - e gli assessment svolti da diversi advisor indipendenti confermano la solidità del nostro modello di business e le prospettive di crescita della nostra azienda, nonché la solidità strutturale industriale e di know-how.
Questa operazione ci permetterà di consolidare la nostra leadership nel settore e di cogliere nuove opportunità nei mercati internazionali, portando avanti con determinazione il nostro piano industriale 2025-2029. Siamo confidenti che ci attenda una fase di crescita significativa e risultati economici di soddisfazione».
La società trevigiana fattura per oltre il 80% all’estero e produce anche di centri di lavoro ad alta velocità per il settore aerospace, difesa e automotive. Negli ultimi anni Breton ha affrontato un contesto macroeconomico complesso, caratterizzato dalla crisi delle supply chain, dall’aumento dei costi energetici e delle materie prime, dall’innalzamento dei tassi d’interesse e dalle tensioni geopolitiche globali.
Tali fattori hanno influito sul rallentamento del fatturato nel 2023, attestatosi a poco più di 200 milioni. Ciò – continua la nota – ha inciso sulla struttura finanziaria dell’azienda, già impegnata in importanti investimenti negli anni precedenti. Nel corso del 2024 l’azienda ha implementato interventi organizzativi e adottato misure di ottimizzazione per rafforzare l’equilibrio economico-finanziario. Tra queste, l’adeguamento dell’organizzazione del personale, l’impiego di ammortizzatori sociali e una riduzione della forza lavoro di circa 200 unità, operazioni mirate a garantire sostenibilità e competitività a lungo termine. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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