Acqua Dolomia si rafforza: varato un aumento di capitale
I soci hanno anche deciso di immettere nuova finanza con una ricapitalizzazione da 4 milioni
La sorgente Valcimoliana, da cui sgorga l’acqua oligominerale Dolomia, ha varato un aumento del capitale sociale fino a 4 milioni di euro.
Acqua Dolomia prosegue dunque la sua corsa verso il rilancio con un ambizioso piano di investimenti e una ristrutturazione aziendale che promette di ridurre l'impatto ambientale e migliorare la marginalità.
A guidare questa nuova fase, il team manageriale entrato in carica nell’aprile 2022, composto dall’amministratore delegato Giovanni Cilenti, dal direttore generale Federico Trost, ora anche vicepresidente del NIP di Pordenone, e dal consigliere delegato Vittorio Rossi Luciani.
Il piano di investimenti per il triennio 2023-2025, che prevede uno stanziamento complessivo di 10 milioni di euro, punta a rafforzare la competitività dell’azienda, con interventi già avviati. Nel 2023 sono stati investiti 4 milioni di euro, mentre per il 2024 sono previsti 1,7 milioni e per il 2025 altri 4,3 milioni di euro.
«Abbiamo completato il settaggio delle linee produttive, ora salite a cinque: tre dedicate al PET e due al vetro», spiega Federico Trost. «L’ampliamento del magazzino e il miglioramento della logistica, in corso tra il 2023 e il 2024, ci permetteranno di installare un impianto fotovoltaico da 1 MW, capace di coprire una superficie di 4.700 mq con oltre 2.000 pannelli. Stimiamo un risparmio energetico del 20% sui consumi complessivi, a cui si aggiungerà un ulteriore calo del 25% grazie alla sostituzione dei compressori con modelli più efficienti. Un’altra innovazione cruciale sarà l’automazione della movimentazione di prodotto finito e materie prime, con carrelli automatici che miglioreranno l’efficienza logistica e aumenteranno la sicurezza operativa».
Con un organico di circa 50 dipendenti, perlopiù locali, Dolomia sta anche investendo nel miglioramento delle condizioni lavorative, introducendo il condizionamento delle aree produttive sia per la plastica che per il vetro.
«Abbiamo a cuore il miglioramento del clima aziendale e la riduzione dell'impatto ambientale», afferma Giovanni Cilenti, AD di Dolomia. «Stiamo mettendo in campo risorse significative per sviluppare il bilancio di sostenibilità, che prenderà forma nel 2025 e sarà completato l’anno successivo. Inoltre, abbiamo avviato l’iter per ottenere la certificazione per la parità di genere, prevista per il 2026. La formazione è un altro pilastro della nostra strategia, con corsi mirati alla digitalizzazione, lingue straniere e controllo di gestione».
I risultati delle riorganizzazioni produttive e commerciali si vedono già nei numeri: il riposizionamento strategico ha incrementato la marginalità, portando l'azienda a prevedere per il 2024 un valore della produzione di quasi 20 milioni di euro, con un margine operativo lordo (ebitda) del 15%.
Sul fronte internazionale, Dolomia continua a espandere la propria presenza: «Abbiamo visto una crescita significativa delle esportazioni, con risultati particolarmente positivi in Iraq», conclude Cilenti.
L’azienda di Cimolais, dunque, si muove con decisione verso una nuova fase di crescita, puntando su innovazione, sostenibilità e apertura ai mercati esteri.
L’azienda era stata acquistata un anno e mezzo fa dalla Luigi Rossi Luciani Sapa, family office della famiglia Rossi Luciani, che aveva rilevato una partecipazione di maggioranza in Sorgente Valcimoliana Srl, società che imbottiglia e commercializza Acqua Dolomia, leader nel settore Ho.Re.Ca. e nella grande distribuzione. L’operazione aveva previsto l’ingresso diretto nel capitale da parte di Lrl, affiancata come co-investitore da Comintex Sas del padovano Giovanni Cilenti. —
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