Addio al "re dolce" Alberto Bauli, portò il pandoro in tutto il mondo

VERONA. Alberto Bauli, uno dei grandi vecchi dell’industria veneta se ne è andato ieri. Avrebbe compito presto 80 anni. E se ne va lo stesso giorno di un altro re dei dolci, Stefano Pernigotti, il cavaliere del gianduiotto, aveva 98 anni.
Lo chiamavano il re del Pandoro. Ma per chi ha potuto conoscerlo sotto altra luce, era soprattutto uno dei fondatori della Città della Speranza. L’uomo a capo dell’impero dei dolci veronesi che ogni Pasqua e ogni Natale faceva portare nel reparto di oncoematologia pediatrica di Padova, ai piccoli ricoverati, le uova grandi di cioccolato, pandori e panettoni. Un uomo che purtroppo quella realtà l’aveva conosciuta da vicino. Un imprenditore con il cuore buono e soffice, come i suoi dolci. La famiglia stretta nel suo riserbo non ha voluto rilasciare commenti. L'ingegner Bauli avrebbe compiuto 80 anni il 5 settembre.
Per un quarto di secolo è stato presidente del gruppo dolciario fondato nel 1922 dal padre Ruggero, ora con sede a Castel d'Azzano (Verona) ed ora leader italiano nella produzione di pandori e dolci da ricorrenza. Ma la “sua” Bauli è diventata una cosa diversa, con il pallino di uscire dal segmento della ricorrenza dove era diventata grande. Un’azienda per tutto l’anno con un modello di business diverso.
Sotto di lui, infatti, nel 2006 ha acquisito il biscottificio trevigiano Doria, nel 2009 ha rilevato da Nestè i prodotti da forni commercializzati con i marchi Motta e Alemagna nel sito di San Martino Buon Albergo (Verona) e nel 2013 la Bistefani di Casale Monferrato (Alessandria). Alberto Bauli è stato per alcuni anni anche consigliere del Banco Popolare, ricoprendo la carica di presidente della Banca Popolare di Verona.
«Il Veneto ha perso un messaggero delle nostre tradizioni e del valore della nostra imprenditoria» ha ricordato il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. «Perdiamo un altro veneto che ha saputo guardare con successo oltre i confini della sua realtà - ha aggiunto il presidente -. Capendo le potenzialità di un dolce tipico che la sua famiglia aveva già affermato su un largo mercato con un'azienda nata nel 1922, ha guidato il marchio nel suo maggior sviluppo. Con il suo impegno e la presenza dei prodotti in tutti i mercati del mondo, il Pandoro ha conteso agli universali Giulietta e Romeo la notorietà legata alla città sull'Adige».
Il sindaco di Verona, Federico Sboarina, ha aggiunto: «Verona perde un capace capitano d'industria e un banchiere illuminato. Con lui, l'azienda fondata dal padre è diventata un colosso, portando il nome di Verona nelle case di milioni di consumatori».
Nel Gruppo Bauli, 472 milioni di euro, circa 1500 dipendenti, oggi si sta affacciando la quarta generazione, mentre l'azienda è guidata dal nipote Michele Bauli, presidente di Confindustria Verona.
In una delle rare interviste, rilasciata più di 10 anni fa, Bauli aveva confessato di «avere ottenuto più di quello che poteva pensare, ma l'unica cosa che gli mancava era portare il mare a Verona». In realtà l’ingegnere non avrà portato il mare nella sua città, ma ha portato il dolc e nella vita di molti bimbi malati.
Chissà se qualcuno glielo ha mai detto.
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