Alisea crea la matita Perpetua, fatta solo di grafite riciclata senza legno intorno

VICENZA. Scaraventata con violenza, e ripetutamente, sul pavimento, la matita Perpetua, fatta di sola grafite, senza legno attorno, viene ogni volta riafferrata, perfettamente integra, e pronta a prendere gli appunti che potrebbe imprimere su una striscia cartacea lunga 1120 chilometri, dieci volte di più rispetto a una matita "normale". Affinché non resti alcun dubbio: ci troviamo davanti all'esempio tangibile di un riciclo in grado di dare nuova vita a un materiale fino a pochi anni fa "irrecuperabile", e inquinante, come la grafite.
Tentando vanamente di distruggere la sua amata creatura, Susanna Martucci, veronese, 62 anni, CEO e fondatrice nel 1994 di Alisea, azienda vicentina produttrice dal 2013 di centinaia di migliaia di "perpetue", interpreta così uno spot perfetto, pur senza telecamere, sull'ingresso di quest'impresa da nove dipendenti fra le 3mila400 "B Corp" attive nel mondo.
Tutti brand di cui l'organizzazione no profit americana B Lab, operativa in 71 Paesi, certifica che "per statuto", oltre a realizzare utili, finalizzano parte dei profitti a ricadute positive su dipendenti, comunità circostanti, Ambiente, investitori.
Alisea, da sempre impegnata nella produzione di un'oggettistica sostenibile, entra così fra le circa cento B Corp italiane. Si tratta di un club, per ora ristretto ma destinato a espandersi, dove coesistere con qualche marchio noto ai più come Yogurt Danone e Raiffeisen Assicurazioni, oltre che con decine di simili realtà emergenti, di dimensioni medio-piccole, fra cui scatolifici, litografie, fornitori locali di energia e soggetti no profit tipo il centro di accoglienza Santa Francesca Cabrini.
"Diventare B Corp è un bel salto, ottenuto attraverso scelte e comportamenti virtuosi – commenta Susanna Martucci da un ufficio dove si affacciano spesso creativi in cerca di un riscontro. - Rispetto alla nostra precedente certificazione di società benefit, già chiamata a garantire trasparenza e sostenibilità, abbiamo standard più elevati da rispettare, il che significa fare parte attiva di un ecosistema di imprese grazie a cui cooperare alla tutela del Pianeta".

Succede così che, con l'accelerazione data dalla pandemia in corso a una nuova e più salubre economia, certificata e circolare, aziende come Alisea, che con le sole vendite di Perpetua fattura attorno ai 900mila euro annui, diventino leader riconosciuti e, soprattutto, "trasversali", relativimente al riciclo. "Sempre più spesso ci contattano aziende di ogni parte di Italia in cerca di qualche dritta sull'utilizzo dei loro scarti" conferma Susanna Martucci, che d'altra parte proprio così, ascoltando qualcuno al telefono, ha dato il via all'avventura di Perpetua.
"Era il 2013 – racconta – quando mi chiama un produttore di elettrodi chiedendomi tremila gadget per una fiera aerospaziale dove aveva prenotato uno stand. I suoi scarti erano costituiti da grafite, minerale che all'epoca si poteva smaltire solo in fosse sotterranee, per cui si prestavano a essere finalizzati all'oggetto più diffuso fatto con la grafite: una matita".
La mission aziendale di Alisea porta così alla creazione dei 15 grammi di una matita nera, realizzata in "zantech" - materiale composto per l'80% di polvere di grafite riciclata - impreziosita dalla forma che le dà la designer Marta Giardini, nonché infrangibile, antimacchia e, soprattutto, tendente all'eterno. Forte di questo pedigree, dal 2013 a oggi Perpetua non fatica a sfondare in un mercato dove molti marchi di matite concorrenti, anche noti, hanno da tempo delocalizzato la produzione a oriente. Nello stesso tempo prende il volo sul piano dell'immagine, senza fare distinguo fra pubblico e privato, buona per finire sul tavolo ufficiale al G7 dei capi si stato, così come per essere commercializzata dentro esclusive confezioni all'interno della catena Starbucks Coffee.
Assieme alla matita circola l'idea. Ne discendono partnership, a cominciare da quella con Wrad, fashion-brand operativo all'interno dello stesso stabile di Alisea. Il nome è l'anagramma di quello del suo fondatore, Matteo Ward, manager italo-americano nemmeno trentenne con alle spalle esperienze internazionali sufficienti a convincerlo che, a causa dei consumi generati dall'indotto dei tessuti, la moda inquina quasi come il petrolio. "E' stato bellissimo permettere a Matteo e ai suoi soci di trovare nella grafite la risposta alla loro ricerca di qualcosa di più sostenibile" racconta Susanna Martucci.
Nascono così le Graphi-tee, t-shirt prodotte lavorando cotone organico tinto con grafite, secondo un procedimento noto agli antichi romani, e tramandato fino ai giorni nostri, "di madre in figlia", a Monterosso Calabro, in provincia di Vibo Valentia. L'impatto mediatico non è distante da quello di Perpetua, tanto che, connessa alla nuova 500 elettrica, la Fiat presenta una nuova linea di felpe griffate Wrad.
"E' tutta grafite utile alla causa – conclude Susanna Martucci. - Dal 2013 a oggi ne abbiamo riciclato più di ventisei tonnellate". Che è come dire l'equivalente di oltre 1 milione e 733mila "perpetue" da 15 grammi l'una.
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