Alla goriziana Biolab un centro di San Daniele per l’affettamento
L’azienda di Gorizia ha comprato un ramo del salumificio Brendolan. L’imprenditore Santinelli: «Servirà a noi e come service verso terzi»
Vegetariani a San Daniele del Friuli per fare impresa e salvare posti di lavoro nella terra dei prosciuttifici. Sta tra l’ossimoro e il paradosso l’avventura imprenditoriale lanciata dalla goriziana Biolab, azienda in rapida crescita nel mercato dei prodotti plant based, che nei giorni scorsi ha rilevato all’asta un centro di affettamento a San Daniele, parte degli asset del salumificio Brendolan Service, entrato in difficoltà negli ultimi dieci anni dopo un secolo trascorso a produrre e tagliare salumi Dop e Igp.
Biolab è una realtà di primo piano nella nicchia degli alimenti per vegetariani e vegani. Il giro d’affari è basato al 70% su prodotti realizzati per conto dei marchi della grande distribuzione: Lidl, Despar, Pam, Esselunga, Coop. La società conta 130 dipendenti su tre stabilimenti e vanta una crescita verticale, trainata dalla crescita del mercato dei prodotti alternativi alla carne: 8 milioni di fatturato nel 2020, 16 nel 2023, 22 nel 2024. Nei giorni scorsi l’azienda isontina ha ottenuto all’asta il ramo d’azienda della Brendolan a San Daniele, puntando al completo riassorbimento dei 32 dipendenti. L’aggiudicazione è avvenuta nell’ambito della procedura di concordato preventivo, cui è assoggettata l’impresa venditrice. E così i vegani finiscono in una delle capitali mondiali del prosciutto crudo. Qui Brendolan gestiva un centro di affettamento per salumi, che negli ultimi anni si era aperto anche ai prodotti plant based, tanto da essere già utilizzato da Biolab. Davanti all’asta i goriziani hanno colto l’occasione, avendo ormai saturato la capacità di affettamento nei propri impianti.
«Biolab – spiega il ceo e fondatore Massimo Santinelli – ha importanti prospettive di crescita e questa acquisizione rappresenta un passo concreto nel raggiungimento dei nostri obiettivi. Gli obiettivi dell’acquisizione sono quelli di far fronte all’aumento della produzione. Oltre a questo, ci siamo trovati di fronte a una situazione in cui l’industria del food convenzionale non è riuscita a subentrare per salvare un’azienda che riveste discreta importanza per i nostri territori». Per Santinelli, è possibile «valorizzare un sito produttivo già esistente, evitando nuove edificazioni, utilizzare forza lavoro specializzata e ridare prospettive a uno stabilimento in crisi, puntando progressivamente al pieno utilizzo delle tre linee di affettamento, oggi sottoutilizzate, sviluppando il service verso clienti terzi».
Biolab è stata fondata nel 1991, fra le prime aziende italiane specializzate nella produzione di alimenti bio a base vegetale. Un impegno a tutto tondo, visto che la società nel 2010 è stata promotrice di un festival vegetariano capace di attrarre a Gorizia decine di migliaia di persone e ha convinto l’amministrazione comunale a trasformare in “via dei Vegetariani” (sic!) il nome della via dove si trova lo stabilimento principale.
La riconversione di siti per carnivori non è peraltro una novità per Santinelli, che nel 2017 ha rilevato l’ex macello comunale di Gorizia, trasformandolo nel suo terzo stabilimento. Ora la percentuale di prodotti vegetariani trattati in Brendolan è del 30%. L’obiettivo di lungo periodo, continua Santinelli, «è aumentare la percentuale, trasformando lo stabilimento in un punto di riferimento per l’innovazione e la sostenibilità». Nessuna preoccupazione per la possibile reazione di una clientela molto attenta e magari non entusiasta all’idea della convivenza tra affettamento di prodotti vegetariani e salumi tradizionali: «Quello che mi preoccupa – dice Santinelli – è salvare 32 posti di lavoro con un’operazione tutta interna al Fvg. Arriviamo a San Daniele per contribuire con i nostri prodotti alla buona salute di questa azienda».
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