Alla ricerca del risparmio energetico, e le caldaie ibride di Baxi volano a 420 milioni di ricavi

I prodotti innovativi per il risparmio energetico alla base della crescita del 2022. Il direttore generale Favero: «Siamo i primi con un impianto 100% idrogeno»

Riccardo Sandre

Un anno da record il 2022 per la vicentina Baxi, parte del gruppo internazionale BDR Thermea e attiva sui mercati mondiali della produzione e distribuzione di caldaie, pompe di calori e sistemi ibridi per il condizionamento dell’aria.

La società, che solo nel suo stabilimento di Bassano del Grappa a Vicenza conta 1000 dipendenti, si prepara a chiudere il 2022 con un fatturato intorno ai 420 milioni di euro (il 55% all’estero) con una in crescita del + 20%sul 2021 ma anche con esportazioni in espansione di circa il 25% pure a fronte di un conflitto, quello Russo Ucraino, che ha influito negativamente sulle performance dell’azienda su quei mercati. Bene anche la crescita dei volumi prodotti che registra, per quanto riguarda il settore caldaie, un incremento del 10%.

Non è stata quindi solo l’inflazione a determinare questo ulteriore incremento record dei fatturati, registrato a seguito di un 2021 in grande espansione, ma anche una vera e propria espansione produttiva e commerciale nei segmenti dove la società ha scelto di scommettere negli ultimi anni, quegli stessi che la vedranno protagonista già a metà del 2023 dell’inizio di una nuova stagione di investimenti.

Nel solo 2022, infatti, il settore dei sistemi ibridi di condizionamento dell’aria (che prevedono dunque l’interazione tra una caldaia a gas ed una pompa di calore elettrica) e della pompe di calore ha registrato un incremento del 70 per cento. Una crescita che faceva seguito al raddoppio registrato l’anno scorso.

«Forti di una quota percentuale di investimenti in R&D e sviluppo del prodotto e dei processi che oscilla tra il 3 e il 3,5% anno su anno» spiega il direttore generale di Baxi Alberto Favero «siamo stati in grado di beneficiare dell’incremento importante di prodotti innovativi e a risparmio energetico come i sistemi ibridi e le pompe di calore. Soluzioni che proprio con la crisi energetica in atto, crediamo avranno anche nel prossimo futuro una grande spinta in avanti. Nel contempo stiamo lavorando molto anche sulle caldaie ad idrogeno, partecipando ad importanti sperimentazioni come quella di Lochem in Olanda. Possiamo vantare ad esempio la prima caldaia in grado di funzionare al 100% ad idrogeno. Un prodotto che crediamo sia una scommessa sul futuro del settore».

Proprio a partire dalla seconda metà del 2023 Baxi a Bassano del Grappa si prepara ad una serie di nuovi investimenti da circa 6 milioni di euro complessivamente: tra i 3 e i 4 milioni serviranno per implementare in chiave tecnologica le proprie linee produttive destinate alla realizzazione di caldaie di nuova generazione e 1,5 o 2 milioni per l'avvio delle prime linee per la realizzazione in casa dei sistemi centrali delle pompe di calore che l’azienda attualmente distribuisce.

«Il 2023 non sarà molto probabilmente un anno di crescita turbinosa come sono stati il 2021 e il 2022» conclude Favero «e abbiamo ordinativi inferiori anche del 30% rispetto a quelli dell'inizio del 2022. Ma questo non vuole dire che chiuderemo in perdita. Stiamo elaborando nuove strategie commerciali e ci prepariamo ad un programma di investimenti che crediamo ci poterà ottimi risultati».

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