Andrea Illy: "Rhone Capital socio strategico. Così Illycaffè crescerà sul mercato Usa"
TRIESTE il fondo di private equity Rhone Capital è stato scelto per acquisire una quota di minoranza di illycaffè. Una svolta storica per l’impresa familiare triestina a gestione manageriale. Rhone Capital è stato individuato dalla famiglia Illy dopo lunghe selezioni, gestite dall'advisor Goldman Sachs. Il presidente di Illycaffè, Andrea Illy, non aggiunge altro sui dettagli di una operazione che, secondo i rumors, riguarderebbe una quota del 20% e dovrebbe compiersi nei primi mesi del prossimo anno: «Tutti i dettagli legati al percorso autorizzativo sono coperti da riservatezza».
Il fondo di private prescelto, che in Italia ha una partecipazione nella catena Unieuro, ha superato la concorrenza di altri importanti fondi internazionali come Blackstone e Bain Capital. La scelta, spiega Andrea Illy, corrisponde a una visione precisa della famiglia: «Rhone Capital è un investitore strategico con una specializzazione nell’assumere quote di minoranza in imprese familiari italiane. Inoltre sono esperti in business transatlantici. É come un abito fatto su misura per noi. Non entra nel capitale di illycaffè per soddisfare mere esigenze finanziarie ma con la finalità di accelerare il nostro sviluppo internazionale in particolare negli Usa. Siamo una realtà globale in continua crescita che oggi è presente in oltre 140 Paesi con forte presenza internazionale. Vogliamo fare il grande salto».
Illycaffè mantiene una dimensione familiare anche se ormai si piazza fra le prime dieci aziende del caffè a livello globale: «L’ingresso di un importante investitore ci consentirà di espanderci soprattutto negli Stati Uniti, il primo mercato al mondo per il caffè e i beni di alta gamma». Illycaffè non si lascia intimorire dalla tempesta pandemica che infuria anche in Usa: «Ci poniamo obiettivi a medio e lungo termine. Dopo un 2019 molto positivo quest’anno cerchiamo di limitare l’impatto della pandemia sui risultati. Con il lockdown avevamo sospeso il processo di lavoro ed eravamo senza prospettive di apertura, poi due mesi dopo si è ripartiti, quasi da zero, e ora in fabbrica si lavora a pieno ritmo. L’epidemia sta accelerando molti processi industriali e distributivi. La chiusura dei pubblici esercizi, che per noi rappresentavano il 50% del fatturato, non ci ha preso in contropiede. Illycaffè da tempo si è rifocalizzata sui consumi domestici, anche grazie ai forti investimenti compiuti nell’e-commerce, nella trasformazione digitale, e dopo gli accordi sulle capsule compatibili. Con il nostro nuovo partner saremo in grado di sviluppare sinergie per accelerare subito l’espansione negli Stati Uniti. Per quanto riguarda l’emergenza Covid speriamo che la presidenza Biden e i vaccini in arrivo migliorino la situazione già il prossimo anno».
E venendo all’Italia cosa pensa Andrea Illy di questa Italia suddivisa fra zone gialle, rosse e arancione? «Vi vorrà qualche settimana percapire se queste misure saranno state efficaci per tirarci fuori dall’emergenza. Bisogna bilanciare la crisi sanitaria con quella economica e sociale». Tornando all’ingresso di Rhone Capital, oltre all’aspetto strategico, l’apertura del capitale-spiega Andrea Illy- è funzionale al passaggio generazionale in atto nella famiglia che già nel 2016 aveva scelto di affidarsi a un manager esterno, l’attuale ad Massimiliano Pogliani. Quindi modernizzando anche la governance di una storica azienda familiare. La partita è correlata indirettamente al riassetto della holding a monte del gruppo cui fanno capo il 100% di illycaffè e anche il Polo del Gusto, guidato dallo stesso Riccardo.
Si parla da tempo di una volontà di uscita dal capitale in modo autonomo di uno dei fratelli, Francesco Illy. Sulla sua quota del 23% ci sarebbe stato l’interesse del fondo Pensinsula Capital. A che punto è questa vicenda? «Francesco-chiarisce Andrea Illy- ha deciso di recedere. I proventi dell’ingresso di Rhone Capital nel capitale di illycaffè serviranno anche alla sua liquidazione». Novità com’è noto sono attese anche ai piani alti del Polo del Gusto che, oltre a Domori, comprende anche Agrimontana, Domori, Mastrojanni, Damman Frères e Fgel. Riccardo Illy è da tempo alla ricerca di un partner finanziario paziente, disposto a rilevare una quota del 20-25% della subholding, in modo da accompagnarla nel percorso di crescita. Entro l'anno dovrebbe essere selezionato l’advisor. Domori Spa, marchio piemontese del Polo del Gusto specializzata in produzione di cioccolato super premium, ha annunciato l'emissione di un'offerta di minibond per un importo compreso tra i 4 e 5 milioni di euro, destinato solo a investitori istituzionali. —
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