Antonio Carraro in Serbia: investimenti per 13 milioni

Aprirà uno stabilimento di ventimila metri quadrati: assunti 150 lavoratori
Daniela Gregnanin

Internazionalizzazione, è questa la scelta per il 2024 della Antonio Carraro. Le commesse mondiali non si fermano e l’azienda con sede a Campodarsego in provincia di Padova ha deciso di potenziare la produzione di trattori e macchine agricole aprendo un nuovo stabilimento da ventimila metri quadrati in Serbia, a Mitrovica, dove l’investimento complessivo sarà tra i 12 e i 13 milioni di euro.

Una decisione ben lontana dalla delocalizzazione, perché in questo caso solo alcune linee produttive che occupano troppo tempo e spazio alla compagnia padovana, saranno relegate alla nuova struttura.

La casa madre potrà così dedicarsi a 360 gradi alla creazione di trattori e macchine agricole hi-tech fortemente indirizzate alla sostenibilità. Saranno 150 i lavoratori che saranno assunti in loco dopo formazione e affiancamento di almeno tre mesi in quel di Campodarsego.

I nuovi addetti saranno chiamati a produrre per il momento trattori al di sotto dei 50 cavalli, lasciando così la sede principale concentrarsi su mezzi di nicchia fino a 110 cavalli, molto richiesti per le loro caratteristiche tecnologiche.

Dopo una prima fase di produzione nello stato balcanico ne seguirà un’altra, che prevede la realizzazione e l’ampliamento dello stabilimento di altri 20 mila metri quadrati che andrà a costruire prodotti specifici; a quel punto le assunzioni saranno consolidate e aumentate.

«Il futuro richiede spazio e nella repubblica serba ne abbiamo trovato parecchio» sottolinea Maurizio Maschio presidente dell’azienda padovana, «la sede centrale si concentrerà su trattori di ultima generazione e la realizzazione di nuovi prototipi elettrici performanti, che in questo settore sono già presenti. Il motore elettrico da noi è più che consolidato, ma necessita di ulteriori progettualità, posso tranquillamente affermare che: il futuro guarda all’elettrico che saturerà il mercato. Quindi, una volta messi in filiera trattori e macchine agricole sostenibili decideremo quali saranno i modelli che dovranno essere realizzati nei nuovi insediamenti».

La scelta della Serbia per è stata facilitata anche dalla presenza di diversi rivenditori nel paese e dall’essere iscritti come Antonio Carraro alla Confindustria della repubblica balcanica: «È un paese che conoscevamo bene e nel quale i nostri mezzi sono più che apprezzati. Devo dire che siamo stati accolti con tutti gli onori; ci hanno voluto incontrare il vicepremier Milos Vucevic, il ministro dell’agricoltura Jelena Tanaskovic e il nostro ambasciatore Luca Gori. Tutti hanno espresso grande soddisfazione, anche perché l’industria italiana è molto apprezzata e insistono sul territorio diverse compagnie del Belpaese».

La Antonio Carraro guarda quindi al futuro che è fatto di cambiamenti specialmente tecnologici: «I mezzi vanno pensati in chiave elettrica, anche se alcuni prodotti resteranno ibridi per certe peculiarità specifiche dove i nostri mezzi sono fondamentali come nei frutteti.

Per una produzione capace di soddisfare la domanda attuale e che verrà, abbiamo perciò bisogno di stabilimenti grandi e dinamici. Mi preme sottolineare ancora una volta che la sede centrale sarà sempre operativa e un punto di rifermento».

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