Aquafil, i ricavi del ‘21 sfiorano i 570 milioni
Il Cda ha approvato i conti che vedono il gruppo in utile di 10,7 milioni contro i 600 mila euro del 2020. Timori per le conseguenze del conflitto in Ucraina, i prezzi di materie prime ed energia «che impatteranno sulla domanda e sulla marginalità»
TRENTO. Il gruppo Aquafil, uno dei principali attori, in Italia e nel mondo, nella produzione di fibre sintetiche, in special modo di quelle in poliammide, ha chiuso l'esercizio 2021 con ricavi a 569,7 milioni (+30,5% sul 2020 e +3,8% sul 2019),
Ebitda a 72,1 milioni (+23,5% sul 2020 e +3,8% sul 2019), utile di 10,7 milioni rispetto agli 0,6 milioni dell'esercizio precedente. La posizione finanziaria netta risulta pari a 179,3 milioni al 31 dicembre 2021 (+18% sul 2020 e +28,2% sul 2019).
Il Consiglio d'amministrazione ha deliberato di proporre all'Assemblea degli azionisti il pagamento di un dividendo di 0,12 euro per azione, sia per le azioni ordinarie sia per le azioni di classe B; le azioni di classe C per loro natura non percepiscono dividendo, con il 9 maggio 2022 data di stacco cedola, l'11 maggio quale data di pagamento.
Quanto alle prospettive, «non si possono ad oggi effettuare previsioni sull'evoluzione del conflitto - viene spiegato in una nota - ma il protrarsi delle azioni belliche porterà in Europa ulteriori spinte inflazionistiche, probabilmente temporanee, con altri incrementi dei prezzi di materie prime ed energia, che impatteranno, come del resto per la grande parte dei comparti produttivi europei, sulla domanda e sulla marginalità del gruppo, in ogni caso già impegnato al loro recupero».
Il Cda, nell'ambito del piano di acquisto di azioni proprie autorizzato dall'Assemblea degli azionisti lo scorso 20 ottobre, ha deliberato un ulteriore buyback di massime 512.000 azioni, a un prezzo di 10 euro per azione.
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