Aquafil, l’azienda che trasforma gli scarti di nylon in fibre sintetiche. «Il futuro è nella circolarità»
L’azienda di Arco ha approvato un piano di investimenti e un aumento di capitale da 40 milioni. «Vogliamo mantenere la leadership nel settore della sostenibilità e circolarità delle risorse»

«Vogliamo ripartire dal 2019 come anno di riferimento e da lì costruire un percorso di crescita sostenibile. Ma crescere non è solo una questione di idee, ma anche di risorse e tecnologie per realizzarle». Ne è convinto Giulio Bonazzi, dal 2001 amministratore delegato di Aquafil, la società trentina (il quartier generale si trova ad Arco) leader internazionale nella produzione di fibre sintetiche riciclate da scarti di materiali in nylon. La trasformazione dei rifiuti in tesoro è la missione di questa azienda nata in Trentino nel 1965. Ma la prima svolta arriva alla fine degli anni Novanta: dopo un viaggio negli Stati Uniti, Bonazzi capisce che il futuro è nella circolarità e nel 2008 dà vita a un’unità operativa ad hoc per sviluppare tecnologie e competenze destinate a migliorare le performance ambientali sia delle merci sia dei processi produttivi. È la culla per la nascita del processo di rigenerazione Econyl, il modello produttivo che oggi permette ad Aquafil di trasformare i rifiuti in materia prima rigenerata. Quello di Bonazzi, che guida un gruppo con sedi dagli Stati Uniti alla Cina, è un osservatorio privilegiato per leggere e prevedere le conseguenze di un contesto economico e geopolitico sempre più incerto, per affrontare il quale le aziende devono essere pronte ad adattarsi. Per farlo, e per contrastare la temporanea debolezza del mercato, Aquafil ha da poco approvato un piano di investimenti triennale da 40 milioni dopo aver archiviato un semestre con ricavi per 288,1 milioni (-7,4%) e aumentato le perdite nette a 6,1 milioni rispetto al rosso di 4,1 dello stesso periodo del 2023. Un piano che sarà supportato da un aumento di capitale di 40 milioni.
«Dopo cinque anni di forti turbolenze causate prima dalla pandemia e successivamente dalle guerre in corso in europa e Medio Oriente», sottolinea Bonazzi, «il piano industriale si propone di riprendere da dove si era fermato nel 2019, considerato l’ultimo anno non influenzato da eventi eccezionali. L’obiettivo principale è crescere, puntando su innovazione e ricerca, con l’azienda che vuole mantenere la sua leadership nel settore della sostenibilità e circolarità delle risorse. Oltre a rispettare standard rigorosi, come quelli richiesti dai settori navale e aeronautico, l’azienda mira a migliorare l’efficienza produttiva, un punto cruciale per garantire la competitività sul mercato globale».
Il piano triennale
Per raggiungere questi obiettivi il piano prevede nel triennio investimenti dai 90 ai 100 milioni, di cui 30-35 ordinari e i restanti per aumentare e ottimizzare la capacità produttiva e per lo sviluppo di innovazioni di prodotto. Come già emerso dai risultati del semestre, la società si attende un Ebitda di 65 milioni per il 2024, per il 2025 tra 80 e 87 milioni e per il 2026 tra i 90 e i 96 milioni.
«Il fulcro del piano industriale è la sostenibilità, con un’enfasi sulla circolarità delle risorse e sullo sviluppo di nuove applicazioni per le fibre e i polimeri, che potrebbero aprire nuovi mercati», aggiunge Bonazzi, «per raggiungere questo obiettivo è anche previsto il potenziamento dello stabilimento in Cina, a Jiaxing, che è già il più grande del settore in Asia. Mentre il mercato statunitense ha rappresentato un po’ una sorpresa negativa, dato che le fibre hanno registrato volumi inferiori alle aspettative. Un altro elemento è stato il temporaneo disallineamento delle materie prime ai prezzi di vendita che recupereremo nel secondo semestre».
L’innovazione
Nei prossimi anni saranno intraprese anche iniziative di efficientamento industriale, automazione della capacità produttiva e una razionalizzazione dei costi. Il focus sarà anche sui prodotti Econyl, con un target prefissato del 60% sul fatturato delle fibre del gruppo entro la fine del 2025.
Quanto ai volumi, Giulio Bonazzi ha evidenziato la stima di incremento in tutte le linee di prodotto. Per il 2024 è atteso un +5%, per il 2025 una variazione positiva compresa tra il 15% e il 20%, per il 2026 tra il +2-4%. «Oltre all’innovazione tecnologica, un altro aspetto centrale del piano riguarda gli investimenti» aggiunge l’Ad, «prevediamo di investire circa il 2% del fatturato annuale in ricerca e sviluppo, una cifra significativa per il settore».
L’Intelligenza Artificiale
Tra gli investimenti in ricerca e sviluppo ci sarà un’attenzione particolare anche all’intelligenza artificiale ma, afferma Bonazzi, senza farne un “idolo”.
«Ha un potenziale enorme per migliorare la competitività e l’efficienza dell’azienda», spiega, «ma vedo anche il rischio di una bolla simile a quella del “.com” all’inizio degli anni Duemila, quando bastava associare quel suffisso a qualsiasi azienda per farne aumentare il valore. Nel settore manifatturiero, l’Ia può invece essere utile nella gestione automatizzata dei processi produttivi e la sua applicazione permetterà di contrastare gli effetti della denatalità, che minaccia le economie sviluppate».
Tra gli investimenti più rilevanti spicca anche il miglioramento del livello di automazione dello stabilimento in Italia, «non per ridurre i posti di lavoro ma per risolvere il problema della carenza di manodopera e dare supporto ai lavoratori impegnati in compiti meno alienanti e più specializzati». —
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