Argea, un 2022 in forte crescita: «L’obiettivo è mezzo miliardo»

Il fatturato è cresciuto dell’8,3 per cento a 455 milioni

Romani: «Faremo acquisizioni, nel mirino la Valpolicella»

Roberta Paolini

È il più grande conglomerato del vino italiano. Il progetto Argea, nato dall’operazione condotta da Clessidra mettendo insieme Mondodelvino con il veneto Gruppo Botter, è oggi un oggetto di 455 milioni di euro di ricavi, in crescita dell’ 8,3 per cento, comprendendo anche la recente acquisizione di Cantina Zaccagnini, con 160 milioni di bottiglie vendute nel 2022. «Oggi abbiamo una dimensione ragionevole, considerando anche l’acquisizione di Cantina Zaccagnini nell’ultima parte dell’anno. Dovremmo raggiungere i 500 milioni di euro di ricavi nel breve periodo. E restiamo molto attenti alle opportunità del mercato. Il progetto Argea nasce per mettere insieme le eccellenze regionali, internazionalizzar ed essendo commercialmente distribuiti in tutte le geografia. Abbiamo spalle robuste e solidi rapporti di filiera e quindi le eccellenze italiane che stanno nella fascia premium, con un potenziale da sviluppare, ci possono interessare» spiega l’ad Massimo Romani.

«Argea rappresenta oggi il più importante player privato nel settore vitivinicolo -aggiunge - l’anno appena concluso lo possiamo considerare un anno di consolidamento dopo un 2021 con una crescita impetuosa e nonostante le difficoltà della situazione internazionale».

L’assetto azionario del Gruppo all’atto della sua fondazione a fine 2022 vedeva una holding, partecipata in maggioranza dal fondo Clessidra, con un importante quota della Famiglia Botter ed una presenza della Famiglia Martini e del management. Ma il Gruppo è nato per crescere - sia in maniera organica, sia per acquisizioni - nella creazione di valore e nel perseguimento della sostenibilità. Il gruppo esporta oltre il 90 per cento ed è considerato un ambasciatore del vino italiano nel mondo, esportando in 85 Paesi, con una rete commerciale distribuita sia sui mercati dove il vino italiano è da tempo apprezzato – USA, UK, Germania e Paesi scandinavi – che in aree del mondo di tradizione enologica più recente: dalla Cina, alla Corea del Sud, al Canada.

Argea conta sei siti di produzione distribuiti dalla Romagna al Piemonte al Veneto all’Abruzzo e numerose filiere coinvolte. Rappresenta un unicum in Italia spaziando dal Barbera, Nebbiolo e Moscato per il Piemonte, Sangiovese e Trebbiano per la Romagna, Prosecco e Pinot Grigio per il Veneto, Primitivo per la Puglia, Montepulciano d’Abruzzo, Nero d’Avola per la Sicilia.

«Come territori certamente ci interessa qualcosa in Toscana nella zona di Bolgheri e in Veneto in Valpolicella» aggiunge Romani, che sottolinea «all’inizio pensavamo ad una quotazione, ora i mercati non lo permettono, è da capire se proseguire su questa idea o invece, con un orizzonte di medio lungo periodo, raggiungere dimensioni che vediamo in conglomerati del vino esteri, penso ad alcuni player francesi che sono simili a noi ma hanno dimensioni attorno al miliardo». —

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