Arianna Alessi: «Per il superamento della disuguaglianza conta l’indipendenza che viene dal lavoro»

La vicepresidente di Otb Foundation sulle barriere nel mondo dell'imprenditoria: «Sono ancora molte, finché non si perseguirà l’indipendenza economica delle donne non riusciremo a superare questa disparità nella lettura dei ruoli»
Roberta Paolini
Arianna Alessi vista da Jatosti
Arianna Alessi vista da Jatosti

Il superamento della disparità di genere si ottiene solo con l’indipendenza economica. Ne è convinta Arianna Alessi, vicepresidente di Otb Foundation, braccio sociale del gruppo della moda fondato dal marito Renzo Rosso e ad di Brave Wine, il conglomerato attivo nel settore vino, e di Red Circle Investments, la holding di famiglia degli investimenti extra moda. 

Come leader e vice-presidente della Fondazione OTB, come affronta la sfida della leadership femminile e qual è la sua visione sul ruolo delle donne nella classe dirigente?

«La sfida è continua e complessa. Nel mondo dell'imprenditoria, nonostante le battaglie per la parità, ci sono ancora molte barriere. Lo vediamo anche con i fatti di cronaca che hanno sconvolto l’opinione pubblica e tutti noi. Finché non si perseguirà l’indipendenza economica delle donne non riusciremo a superare questa disparità nella lettura dei ruoli: il papà che lavora fuori, mentre molte mamme ancora oggi a casa a fare un lavoro domestico che neanche viene loro riconosciuto. Otb e Diesel sono tra le prime aziende ad aver ottenuto la certificazione di parità di genere. E questo è un segnale importante che ogni azienda dovrebbe lavorare per acquisire. Credo fermamente nella presenza delle donne in posizioni di leadership, in OTB il 65% dei manager sono donne ad esempio. Penso sia cruciale per iniziare a cambiare. Questo è un segnale positivo, ma ahimè ci sono ancora aziende che non pongono la parità di genere come priorità».

Parliamo dei progetti significativi della Fondazione OTB, come i Brave Women Awards. Come contribuiscono alla promozione dell'uguaglianza di genere?

«L’obiettivo principale del progetto Brave Woman Award è supportare le donne in difficoltà economiche ad avere accesso all’istruzione superiore, specialmente in settori come il management d’azienda (in nuovi settori come la tecnologia e l'analisi dei dati), che nella pubblica amministrazione. Settori cruciali per il nostro paese in generale ed in particolare per accelerare il percorso italiano di indipendenza economica e quindi lavorare per avvicinarsi alla parità di genere. Questi progetti offrono alle donne le competenze e le opportunità per potersi affermare in campi tradizionalmente dominati dagli uomini. Chiediamo alle ragazze che aderiscono al progetto di renderlo virtuoso, sottoscrivendo una promessa che una volta arrivate ad avere una certa posizione lavorativa diamo a loro volta la stessa opportunità che noi oggi stiamo dando a loro».

Lei sottolinea l'importanza di iniziare dall'istruzione per combattere i pregiudizi sulle donne. Come sta lavorando la Fondazione OTB in questo ambito?

«La Fondazione OTB è molto attiva nelle scuole, con corsi su temi come la violenza di genere, dipendenze, bullisomo e cyberbullismo. Crediamo nell'importanza di interagire direttamente con gli studenti: dalla terza media a tutte le classi superiori. Portiamo testimonial e esperti: come Valentina Pitzalis, Roberta Bruzzone, Jolanda Renga, che possono parlare in prima persona di queste sfide vissute e superate, trasformando i racconti in strumenti di apprendimento, cambiamento e spesso rinascita. Perché si possono sempre cambiare le cose.

In relazione al persistente gender pay gap, come sta affrontando questa questione sia personalmente che attraverso la Fondazione OTB?

«Stiamo lavorando per promuovere la parità salariale e portare più donne in posizioni di leadership. È fondamentale non solo parlare di parità, ma anche agire concretamente per garantire che le donne siano remunerate equamente e abbiano le stesse opportunità degli uomini. Lavorare in diverse società come soci ci dà l'opportunità di incidere su questa realtà. A parità di lavoro deve esserci parità di stipendio tra uomo e donna. E su questo verifichiamo direttamente. Crediamo che portare avanti donne capaci e competenti sia essenziale. È una goccia nel mare, ma ogni goccia contribuisce a formare l'oceano. La parità salariale non è solo un ideale, ma una necessità pratica per un ambiente di lavoro equo e produttivo».

Considerando il contesto di crisi come la guerra in Ucraina, come queste situazioni hanno influenzato la sua percezione dei diritti delle donne e della disparità di genere?

«Le crisi, come quella in Ucraina o in Afghanistan, rivelano la resilienza e la forza delle donne. La crisi è come un fuoco che forgia il potenziale inespresso. Vediamo donne che, in circostanze estreme, mostrano qualità eccezionali, dimostrando che possono rendere un'azienda più profittevole, più umana. Queste esperienze rafforzano la mia convinzione che dobbiamo valorizzare e utilizzare appieno le capacità uniche delle donne».

Come AD di Red Circle Investments e attraverso iniziative come Brave Wine, come affrontate la disparità di genere nei vari settori?

«In ogni settore in cui operiamo, dal vino alla moda, cerchiamo di essere pionieri nella parità di genere. L'approccio va oltre il profitto: è una questione di sostenibilità sociale ed ambientale. In Brave Wine, per esempio, lavoriamo per garantire che le donne abbiano ruoli chiave e siano parte attiva delle decisioni aziendali. Ci sono io come Ad in Brave Wine e un’ altra donna in Josetta Saffiro».

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