Arianna Carron: «La Valle Aurina, un esempio per noi»

«Rispetto all’Alto Adige, nel versante veneto delle Dolomiti il settore dell’ospitalità è ancora un po’ indietro. Ci sono meno investimenti negli alberghi e nelle infrastrutture. La speranza è che le Olimpiadi rappresentino un acceleratore anche per Cortina e le zone vicine». Arianna Carron, che con i fratelli guida l’impresa di famiglia trevigiana, parla con cognizione di causa perché fino al dicembre scorso, quando è stato inaugurato, è stata impegnata in prima persona a seguire i lavori dell’Olm Nature Escape, a Campo Tures in Alto Adige, l’unico aparthotel italiano a zero emissione di anidiride carbonica.
Un intervento all’insegna della sostenibilità grazie a milleduecento pannelli fotovoltaici sul tetto e a 126 sonde geotermiche a cento metri di profondità di un terreno di quindicimila metri quadrati. Ma ovviamente non si tratta solamente di grande attenzione all’ambiente. Dietro queste scelte ci sono anche solide motivazioni economiche: solamente in bollette il risparmio annuo si aggira infatti sui 200 mila euro. A realizzare la struttura circolare, per un investimento complessivo di circa 12 milioni, è stato il gruppo trevigiano Carron attraverso la società Carron Bau.
Cosa vi ha convinto ad investire in una struttura così particolare?
«Il modo di vivere la montagna è cambiato profondamente anche a causa della pandemia. Il Covid ha infatti cambiato radicalmente il modo di pensare e i turisti, in particolare gli stranieri, in montagna preferiscono isolarsi».
Per quanto riguarda l’ospitalità che differenze avete notato tra il versante altoatesino e quello veneto delle Dolomiti?
«In Alto Adige è in corso da anni, grazie anche ai finanziamenti dovuti al fatto di essere una provincia autonoma, una spinta alla modernizzazione degli hotel, degli impianti, delle infrastrutture. In Alta Badia c’è un po’ più di stanchezza da parte dei vecchi proprietari, ma in Val Pusteria e Valle Aurina c’è una grande voglia di rimettersi sempre in gioco».
Il Veneto vede nelle Olimpiadi la soluzione ai suoi problemi. Sarà così?
«Il fatto è che siamo un po’ indietro con i lavori, soprattutto dal punto di vista infrastrutturale. Poi invece i fondi di investimento dimostrano di continuare ad apprezzare Cortina tanto che continuano ad esserci diversi investimenti in particolare sugli hotel. Il mio timore è che però la cosa si fermi alla sola Cortina senza un beneficio per i paesi vicini. In questo senso le Olimpiadi potrebbero essere una occasione importante».
Anche per quanto riguarda i turisti vede delle differenze?
«Sì. In Alto Adige c’è un pubblico straniero che cerca soprattutto l’isolamento e la tranquillità, in altre parti sta invece crescendo un turismo che vuole replicare la vita di città».
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