Basta smart working: da Bottega vogliono tornare a lavorare in azienda
GODEGA SANT'URBANO (TREVISO). Basta con lo smart working. I dipendenti di Bottega spa, l’azienda vinicola di Bibano di Godega di Sant’Urbano, hanno scritto una lettera al loro titolare, Sandro Bottega, per manifestargli la loro volontà di voler tornare a lavorare in azienda, stanchi di starsene isolati a casa, sfiniti da uno smart working che li isola sempre più. In controtendenza i lavoratori di Bottega (la sede principale ospita 160 dipendenti) vogliono tornare alla normalità.
“Gli esseri umani sono fatti per stare insieme” scrivono nella lettera, “non vogliamo rimanere soli. Il lavoro da casa non migliora l’efficienza e la produttività, non siamo macchine ma cervelli pensanti, che risolvono problemi, aiutano a trasformare un tralcio di vite in un prezioso calide con il quale brindare alla vita. Vogliamo tornare alla vita normale perché lo smart working porta alla solitudine che inibisce la personalità”.
I dipendenti di Bottega vogliono riprendere a condividere i successi e le problematiche professionali per uno scambio continuo con i colleghi, per vivere la socialità aziendale. Una lettera che ha indubbiamente fatto piacere a Sandro Bottega che ha ancor più capito l’attaccamento all’azienda dei suoi collaboratori.
“Lavoriamo in sicurezza da sempre”, dice il presidente dell’azienda, “e quanto prima speriamo di ritrovarci uniti come un tempo. Il periodo del Covid19 è stato durissimo, con il fermo della produzione per qualche settimana ma oggi siamo soddisfatti di come stanno andando le cose. Ogni giorno produciamo 55 mila bottiglie tra vino, grappa e liquori contro le 70 mila dei pre pandemia e già rappresenta un grandissimo risultato che, solo a giugno, sembrava impossibile da realizzare. Chiuderemo l’anno con un fatturato attorno ai 50 milioni di euro contro i 60,7 del 2019 e quindi con un calo del 20% circa. Contiamo di riaprire tutti i nostri Prosecco Bar nel mondo entro l’anno, anzi ne apriremo altri a Londra, Vienna e Amsterdam".
"In un momento in cui lo smart working viene presentato come modello”, prosegue Sandro Bottega,”occorre rispettare il giusto equilibrio tra lavoro da casa e lavoro in azienda considerando che l’indotto viene fortemente penalizzato. Inoltre le aziende perdono il confronto interno e il contatto diretto con il prodotto. Per fare il vino buono gli enologi devono essere presenti in cantina e non davanti al computer e controllare, da remoto, la temperatura delle autoclavi”.
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