Benetton: «United Colors, non c’è piano B. O si interviene ora o il tempo è scaduto»

Alessandro Benetton torna a parlare dopo un triennio. Un tempo in cui è salito in tolda di comando della holding Edizione, la cassaforte di Ponzano Veneto.

Roberta Paolini
Alessandro Benetton all’evento New Journey Mundys allo spazio The Mall, Milano 15 Marzo 2023. ANSA/MATTEO CORNER
Alessandro Benetton all’evento New Journey Mundys allo spazio The Mall, Milano 15 Marzo 2023. ANSA/MATTEO CORNER

Benetton Group non sarà mai irrilevante per noi. È l’azienda da cui tutto è iniziato e ha superato molte tempeste, ma ora la crisi è la più grave».

Alessandro Benetton torna a parlare dopo un triennio. Un tempo in cui è salito in tolda di comando della holding Edizione, la cassaforte di Ponzano Veneto. Lo fa con una lunga intervista al Sole 24 Ore dove mette in fila una serie di ragionamenti e considerazioni e in cui inizia a tracciare la mappa di ciò che sarà dopo la profonda trasformazione attuata in questa nuova vita di Edizione, con la seconda e terza generazione entrata alla guida.

Dopo la strategia attuata con Atlantia-Mundys e l’operazione Autogrill-Dufry, l’occhio non può che cadere sul passaggio sul futuro del cuore dell’impero: United Colors. «L’azienda va ristrutturata prima di essere rilanciata. Abbiamo dovuto metterla in mano ai medici e la famiglia è fuori dalla sala operatoria» dice Benetton facendo riferimento alla fase di difficoltà che vivono i Colori Uniti ormai da anni.

Un linguaggio secco, che non lascia spazio a equivoci. L’azienda va rilanciata a tutti i costi. «Non c’è un piano B: o si interviene ora o il tempo è scaduto. Ci saranno sacrifici, ma Edizione farà la sua parte, come dimostra lo stanziamento di 260 milioni di euro a favore della società per superare definitivamente le difficoltà storiche».

Il rilancio, dice, passa per una completa revisione strategica. «Dalle vecchie pratiche occorre passare a un’ottica di competizione e innovazione. Il nuovo ad, Claudio Sforza, sta già operando in questa direzione».

Dal particolare al generale Alessandro plana anche su quello che è diventata Edizione: «Una piattaforma con cuore e testa italiani, ma con il 70% di attività internazionali». In un triennio, ricorda, «abbiamo gestito una riorganizzazione totale e un passaggio generazionale in tempi record. Siamo più grandi, solidi e diversificati. A fine anno, il valore di mercato sarà intorno ai 13 miliardi».

Ma questo non è solo un traguardo numerico. «Il mio mestiere è stato rimettere in ordine le tradizioni e cancellare le cattive abitudini» continua Benetton. «Abbiamo riposizionato l’azienda sulla base dei valori dei padri fondatori, pur affrontando momenti drammaticamente dolorosi come il crollo del Ponte Morandi».

Un cambio di paradigma che tocca la struttura e le prospettive di crescita del gruppo. Le infrastrutture resteranno un elemento nevralgico. «Edizione è intenzionata a crescere su aeroporti e infrastrutture di rete» ha spiegato. L’intenzione è di crescere per linee esterne «mediante acquisizioni, alleanze e partecipazione a grandi operazioni a livello internazionale».

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